Martiri

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Martiri
Comune degli apostoli

Carta: 1r

Iniziale: T

Incipit:

Tradent enim vos

Misure campo lettera: mm 145 x 157

Misure con fregi: mm 680 x 485; mm 103 e 63 i clipei nel margine inferiore

Tecnica: miniatura di pennello; tempera; oro in foglia

Descrizione lettera: iniziale figurata

Soggetti Iconografici:

  • Martiri
  • Stemma, araldica
  • Stemma dell'Arte della Lana/ Stemma dell'Opera di Santa Maria del Fiore
  • Festività: Comune degli apostoli

    Miniatore: Monte di Giovanni del Fora

    Descrizione:

    Corpo della lettera color porpora dal quale fuoriescono le foglie verdi, azzurre e rosa che vanno a formare un lungo fregio fiorito che si estende sui margini interno, superiore e inferiore dove sono tre clipei: in quelli laterali è il Monogramma dell'Opera a caratteri dorati su fondo porpora, in quello centrale, sorretto da due putti alati, è lo Stemma dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo, d’azzurro all’Agnus Dei bianco con aureola d’oro e bandiera del Popolo; il clipeo è circondato da un festone di alloro e sormontato dalla colomba dello Spirito Santo. Il corpo della lettera divide il fondo in due ambienti, fungendo quasi da sipario per la figura rappresentata davanti all'asta della lettera, purtroppo molto deteriorata e di difficile identificazione. La figura, il cui volto era già abraso ai tempi del D’Ancona (1914, vol. II, II, p. 816 n. 1609), è un santo martire assiso su un seggio marmoreo, così identificato per la presenza della palma del martirio che tiene in mano come pure la figura fuori dall'iniziale che sembra apprestarsi verso il santo seduto; entrambi indossano mantelli rossi. Nell'Inventario del 1958 sono descritti come santo e pellegrino (in riferimento al D’Ancona 1914, vol. II, II, p. 816 n. 1609), anche se quest'ultimo è comunque un martire poiché è nimbato e tiene in mano la foglia di palma. Sul fondo della lettera è un loggiato rinascimentale oltre il quale si apre un paesaggio di campagna. Sopra l'iniziale è un piccolo clipeo color porpora al cui interno, come citato nel Milanesi (1850, p. 203) e negli Inventari del 1862 e del 1958, doveva esserci la data "An. Dni. MDXXIIII" ora completamente perduta. Sempre dal Milanesi (ibid.) possiamo dedurre che la storia “è cavata dalle parole” con le quali inizia il testo ma, date le condizioni di conservazione, risulta difficile comprenderne oggi il legame.