N, n. 6
Antifonario
Antifonario per il Proprio dei santi dalla festa di sant'Andrea apostolo (30 novembre) alla Purificazione della Vergine (2 febbraio)

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: N, n. 6

Segnatura vecchia: N

Segnatura 1952: n. 6

Data: 1508 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 710 x 525

Carte: cc. II + 183 + I’ (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: antica a inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno

Fascicolazione: 1-22 (8), 23 (7)

Specchio scrittura: mm 80 [477] 153 x 84 [10/290/9] 132; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-180v); presenza di una seconda mano (cc. 181r-182r) e probabile terza mano successiva (cc. 182v-183v)

Legatura

mm 767 x 565 x 150; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone con due bindelle con fibbie e tenoni; su entrambi i piatti: fornimenti cantonali e centrali polilobati in metallo con decorazioni geometriche e gigli stilizzati; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice “Antiphonarium in vigilia sancti Andreae apostoli usque ad Purificationem. a.6 s.3”, 8 nervi sul dorso, puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 12 marzo 1981 - 2 dicembre 1981

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

2 iniziali istoriate

6 iniziali figurate

2 iniziali decorate

Miniatura di penna:

160 iniziali filigranate medie

17 iniziali filigranate piccole

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro e hanno il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda decorata con bottoncini dorati. Nella descrizione si cita in larga parte quanto descritto dal Milanesi e oggi non più apprezzabile.

Le iniziali decorate fogliate (es. S(alve crux) di mm 127 x 123; mm 340 x 150 con i fregi a c. 28v) sono realizzate a tempera, hanno il campo quadrangolare in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda e il fondo presenta anch’esso foglie; in questo esempio, l'iniziale S ha la sola Croce che si erge sul monte Calvario; i colori utilizzati sono per la maggior parte azzurro, rosa, verde, giallo e nero (cc. 118r, 161v).

Le iniziali filigranate (es. D(extram) di mm 115 x 110 a c. 56v) hanno il corpo rubricato o fesso, azzurro o rosso con decorazioni floreali, il fondo e il campo hanno il colore alternato e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune presentano fregi o decorazioni diamantate; 5 iniziali successive alle cc. 182v-183v. 

Le iniziali filigranate di modulo più piccolo (cc. 168v-175r) hanno il corpo rubricato rosso o azzurro, il fondo e il campo presentano decorazioni stilizzate di colore opposto e code con fregi e fiori sempre a inchiostro; 3 filigranate piccole sono successive.

Lettere grosse in inchiostro nero. 

Contenuto liturgico:

Il codice contiene l'Antifonario con gli offici per il Proprio dei Santi dalla festa di sant’Andrea apostolo alla Purificazione della Vergine.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 20-21) il manoscritto è datato al XVI secolo e le miniature sono attribuite a Monte di Giovanni (Milanesi 1850, p. 202; D’Ancona 1914, pp. 689-690, n. 1420).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dei gigli, anche nelle iniziali filigranate, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 3-4 n. 2; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 13; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario N, n. 6, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che era inventariato come N e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi; Carlo Pini, autore di quest'ultimo Inventario, aggiunge alla breve descrizione che questo "è il più bello fra i codici miniati da Monte".

Nella miniatura a c. 4v con la Vocazione di Pietro e Andrea il miniatore, che descrive nei dettagli il passo biblico, introduce come sfondo una veduta della città di Firenze all'inizio del XVI secolo. La scelta, secondo la Tacconi (2005, p. 249), di rappresentare Firenze entro uno spazio sacro andrebbe interpretata come una convinzione, da parte dei fiorentini, di essere, come gli apostoli, il popolo 'scelto' per le proprie virtù e per portare avanti la 'missione' biblica.

Particolarmente ricca, in questo codice, è la decorazione marginale con racemi, tabelle con iscrizioni, teste di cherubini e mascheroni che si ispirano alle forme decorative utilizzate sia in pittura che in scultura nel primo quarto del XVI secolo e che, secondo la Garzelli (1985, p. 321), trovano una specifica corrispondenza nella pittura di Filippino Lippi alla cui maniera è accostato lo stesso Monte.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 20-21

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 3-4 n. 2

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 13

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 202-203 n. XV, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 689-690, n. 1420

Sigla: Levi D’Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 202, 210

Sigla: Garzelli | 1985

Riferimento: A. Garzelli, Le immagini, gli autori, i destinatari, in Miniatura fiorentina del Rinascimento: 1440-1525. Un primo censimento, a cura di A. Garzelli, I, Firenze 1985

Pagine: pp. 282, 320-321

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 232

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 10, 175, 249, 250