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Miniature T, n. 49
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: T, n. 49
Segnatura vecchia: T
Segnatura 1952: n. 49
Data: 1700 - 1899 (attribuzione stilistica)
Provenienza: Duomo
Materiale: cartaceo (1-10, 45A-45D; filigrana: G. C. Cini) e membranaceo (4-180)
Misure: cart: mm 661 x 474 (c. 5r); membr: mm 635 x 479 (c. 15r); mm 658 x 493 (c. 47r)
Carte: cc. II + 190 + I' (carte di guardia: cc. I e I' cartacee moderne di restauro (sec. XX), c. II membranacea sulla quale è scritta la rubrica iniziale (sec. XIX) ed è numerata IV a penna e I da mano moderna a matita (sec. XX); acefalo delle prime 3 carte
Numerazione: presenza di varie numerazioni: le prime dieci carte cartacee sono numerate a matita da mano moderna (sec. XX) in cifre arabe nell'angolo superiore esterno (1-10), segue una numerazione in cifre romane a penna e inchiostro nero al centro del margine esterno che parte da 5 e giunge fino a 45, seguono 4 carte cartacee con la doppia numerazione 45A-45D e 1-8 (recto-verso) entrambe di mano moderna a matita (sec. XX) nell'angolo superiore esterno, nelle successive carte membranacee riparte la precedente numerazione (46-180)
Fascicolazione: 1 (5), 2 (6), 3 (8), 4 (7), 5 (8), 6-8 (6), 9 (4), 10-20 (6), 21 (5), 22 (6), 23-26 (4), 27-29 (6), 30 (4), 31 (6), 32 (8), 33 (6), al primo fascicolo è solidale la carta di guardia membranacea, il fascicolo 2 è cartaceo del XIX secolo, il fascicolo 4 è mancante di una carta nella prima metà, al fascicolo 5 finisce la parte del XVIII secolo, il fascicolo 9 è cartaceo del XIX secolo, il fascicolo 21 è mancante della prima carta
Specchio scrittura: mm 70 [511] 80 x 62 [342] 70 (c. 5r); mm 65 [465] 105 x 55 [354] 70 (c. 15r); mm 63 [491] 104 x 80 [301] 112 (c. 47r); rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (cc. 5r, 15r, 47r)
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Littera textualis di diverse mani, ciascuna per ogni parte che compone il codice: mano del XIX secolo nei fascicoli cartacei che utilizza timbri per le lettere (cc. 1r-9v), mano del XVIII secolo (cc. 4, 5r-27v, 167r-180r), mano principale (sec. XVII?; cc. 28r-90r), altra probabile mano (cc. 91v-143v), altra mano (cc. 144r-146v), ultima mano (cc. 147r-166v); annotazioni di carattere liturgico al margine delle cc. 29v e 126r
Legatura
mm 720 x 510 x 145; originale e di restauro; assi rivestite di cuoio marrone in parte originale con incisioni lineari; su entrambi i piatti: cantonali e borchie centrali in ottone a sbalzo; cartellino membranaceo profilato in metallo sul piatto posteriore con la segnatura "T"; due bindelle con tenoni; puntali e 7 nervi sul dorso
Restauri
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.
Data: 2 ottobre 1996 - 11 giugno 1997
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Al momento del restauro, realizzato grazie ai finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966
Descrizione interna
Miniatura di pennello:
3 iniziali figurate
4 iniziali decorate
Miniatura di penna:
259 iniziali filigranate
42 iniziali rubricate
Le iniziali figurate, di fattura settecentesca, hanno il campo delimitato a pennello e un breve fregio anch'esso realizzato a tempera.
Le iniziali decorate sono tutte di epoca tarda nel fascicolo cartaceo, sono realizzate a tempera e riprendono forme architettoniche gotiche.
Le iniziali filigranate sono riconducibili ad almeno tre gruppi appartenenti ad epoche diverse: le 170 più antiche, probabilmente del XVI-XVII secolo, (es. A(scendit) di mm 112 x 105 a c. 31v), hanno il corpo rosso o azzurro fesso con decorazioni geometriche o fitomorfe a risparmio, il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni fitomorfe stilizzate; un altro gruppo (40 iniziali alle cc. 5r-27v, 167v-179r) appartiene al XVIII secolo e, similmente a quelle trovate in altri codici della stessa epoca e dello stesso fondo, hanno decorazioni fitomorfe molto semplici realizzate da una mano piuttosto incerta; il terzo gruppo include le 12 iniziali presenti nel fascicolo cartaceo (cc. 1-10), databile almeno alla fine del XIX secolo, che imitano in modo rigoroso le filigranate rinascimentali; 9 filigranate, di epoche diverse, hanno decorazioni sul fondo.
37 iniziali filigranate sono di misura piccola (cc. 5r-27v, 41r-v, 61v-62r, 163r-166r); le iniziali rubricate hanno il corpo realizzato a penna e inchiostro rosso o azzurro (cc. 111r-v, 114v-116v, 128v-129v, 134v-138v, 160r).
Lettere grosse in inchiostro nero.
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 26) il manoscritto è datato al XVI secolo ma la mano del decoratore dei primi fascicoli è del XVIII secolo per analogia con le miniature di altri codici dello stesso fondo.
Alla parte originale del codice, membranacea numerata cc. 28-180 (fasc. 6-8, 10-33) in cifre romane, potrebbero essere state aggiunte una prima parte membranacea del XVIII secolo priva delle prime tre carte (cc. 4-27: fasc. 3-5), due parti cartacee del XIX secolo di dieci carte all'inizio del codice (cc. 1-10: fasc. 1-2) e di quattro carte tra le cc. 45 e 46 (fasc. 9). Il codice è riportato, con la segnatura della lettera T e i contenuti, nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 19; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376).
La mano che ha realizzato le tre iniziali figurate alle cc. 5r con San Giuseppe, c. 22v con Putti alati e c. 167r con San Raffaele arcangelo potrebbe essere la stessa delle miniature nei Corali F.6 n. 32, Cor. I.9 n. 33, Cor. H.8 n. 45, Cor. U n. 46, X n. 47 che riportano tutte datazioni riferibili agli anni '30-'40 del Settecento e che potrebbe essere identificata in quella di Giovanni Pietro Benini che firma il Corale U n. 46 a c. IIr come scrittore e decoratore.
Fonti
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 26
Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 19
Bibliografia
Sigla: Tacconi | 1999
Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999
Pagine: p. 373