I, n. 27
Antifonario
Antifonario per il Proprio del tempo dalla vigilia dell'Ascensione alla terza domenica dopo la Pentecoste

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: I, n. 27

Segnatura vecchia: I

Segnatura 1952: n. 27

Data: 1507 - 1508 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 664 x 493

Carte: cc. I + 187 + I' (c. 35 bis, c. 123 salta nella numerazione, c. 129 bis; carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: moderna in cifre romane ad inchiostro nero al centro del margine est. (cc. 1r-186r) che prosegue anche nei fascicoli con i testi successivi; c. 35 numerata due volte, c. 123 mancante nella numerazione ma il testo prosegue regolarmente, c. 129 numerata due volte; le carte nelle quali la numerazione non è più visibile sono numerate in cifre arabe a matita

Fascicolazione: 1-22 (8), 23 (4), 24 (7); i fascicoli 1-5 sono segnati nell'angolo interno del margine inferiore con vari segni

Specchio scrittura: mm 58 [478] 128 x 93/9 [300] 9/82; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una mano alle cc. 1r-89v, 124r-139v, 147v-152v; la mano principale potrebbe interrompersi a c. 90r dove sembrano intervenire un nuovo scriba (cc. 90r-122v, 140r-147v, 152v-166r), un nuovo calligrafo che realizza le iniziali filigranate e un nuovo miniatore che realizza le iniziali alle cc. 90r, 94r e 113v; presenza di una terza mano successiva nei testi aggiunti alle carte cc. 167r-168r, 170v-186v; glossa nel margine inferiore a c. 4r

Legatura

mm 720 x 540 x 120; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni a incisione; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice "Antiphonarium ab ascensionis usque ad Dominicam 3 post Pentecosten exclusive", parzialmente scritto in epoche successive e con la collocazione ancora leggibile "Ar 6 Sc 2"; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 12 marzo 1981 - 2 dicembre 1981

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

4 iniziali istoriate

2 iniziali figurate

9 iniziali decorate

Miniatura di penna:

211 iniziali filigranate

43 iniziali rubricate

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati e, in alcuni casi, delimitato entro cornici in foglia d'oro.

Le iniziali decorate sono realizzate a tempera con il campo quadrangolare in foglia d’oro; il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda ornata con fregetti a penna e bottoncini dorati, il fondo presenta anch’esso foglie e fiori. 

Le iniziali filigranate (es. C(hriste) di mm 118 x 120 a c. 30v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi, fiori e nastri; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno decorazioni diamantate a tempera e clipei; 5 hanno decorazioni figurate sul fondo, 8 sono state aggiunte in epoca successiva (cc. 167r-184v).

Nell'iniziale E a c. 104r sono ancora visibili le lettere di riferimento "az", nell'angolo inferiore destro del campo, per il colore azzurro con il quale è stata campita la lettera, mentre nell'iniziale T a c. 112r c'è l'indicazione "ro" in fondo all'asta centrale.

Tra le iniziali filigranate, 6 sono di misura piccola (cc. 168r-170r) con il corpo azzurro o rosso e il campo e il fondo di colore opposto con decorazioni fitomorfe stilizzate; il codice contiene anche 43 iniziali rubricate rosse e azzurre di epoca successiva (cc. 167v-186r).

Lettere grosse in inchiostro nero con testine.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 15) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito ad Attavante "in collaborazione con altro ignoto maestro", con riferimento al Milanesi (1850, p. 199) e al D’Ancona (1914, p. 761 n. 1550) che descrive la miniatura a c. 94r come "d'altra mano e di meschina esecuzione".

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dello Stemma di Firenze, invece, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città, la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 12-13 n. 11; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 9; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario I, n. 27, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate ma che la numerazione delle carte comprendeva anche le due carte di guardia ora sostituite con quelle cartacee moderne, nel 1822 era inventariato come I e l'attribuzione delle miniature, che già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era riferita ad Attavante per quanto riguarda le miniature alle cc. 4v, 41r e 132r mentre quelle alle cc. 94r e 125r erano attribuite a mano ignota: la prima iniziale, infatti, è di diversa esecuzione sia nei fregi che nelle figure del fondo mentre quella a c. 125r potrebbe essere sempre di Attavante ma il cattivo stato di conservazione in cui versa ne impedisce un'accurata lettura stilistica. L'attribuzione di sole due miniature ad Attavante, presumibilmente quelle alle cc. 4v e 41r, troverebbe un riscontro con due documenti del 1508 (AOSFM, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 69t, in data 22 dicembre; AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 12) inerenti alla commissione di "dua principii" per un non meglio specificato antifonario. Allo scriba Filippo di Polidoro è invece riferito un altro documento del 1508 per la scrittura di un antifonario, del quale non sono dati i contenuti ma che si potrebbe supporre lo stesso miniato da Attavante (AOSFM, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 69t, in data 22 dicembre).

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 15

Riferimento: AOSMF, II-2-11, c. 12

Riferimento: AOSFM, II-4-23, c. 69t, in data 22 dicembre

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 12-13 n. 11

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 9

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 174-175, 199-200 n. XI, 333 n. IX

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: p. 761 n. 1550

Sigla: Levi D'Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 15, 17-18, 211

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: p. 67 nn. 1788-1790

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 231

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 10, 175