E, n. 24
Antifonario
Antifonario per il Proprio del tempo dalla prima domenica di Quaresima al sabato precedente la quarta domenica di Quaresima, i vespri per tutta la settimana, le lodi e gli inni di Quaresima

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: E, n. 24

Segnatura vecchia: E

Segnatura 1952: n. 24

Data: 1508 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 724 x 536

Carte: cc. I + 173 (carta di guardia membranacea antica)

Numerazione: numerazione posteriore al 1663 in cifre romane a penna e inchiostro nero al centro del margine esterno (cc. 1r-172r) che giunge fino a c. 172r poiché due carte sono state numerate 128; in alcune carte è ancora visibile la numerazione guida (es. f3 a c. 43r, k3 a c. 75r, k4 a c. 76r, l4 a c. 84r, o3 a c. 107r, q3 a c. 123r, x2 a c. 161r) nell'angolo inferiore esterno che infatti corrisponde al terzo foglio del sesto fascicolo (f), al terzo foglio del decimo fascicolo (k), etc...

Fascicolazione: 1-21 (8), 22 (4); numerati in lettere; la c. 172 è legata alla controguardia posteriore

Specchio scrittura: mm 83 [485] 156 x 95/9 [296] 8/128; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-171r); presenza di una seconda mano successiva nei testi aggiunti alle carte cc. 171v-172r; il testo di c. 1r è stato ripassato ma senza modifiche; a c. 133v alcune righe del testo sono state abrase e riscritte

Legatura

mm 755 x 550 x 130; originale; assi rivestite in cuoio bordeaux; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni a incisione con gigli; il cuoio presenta ancora una decorazione con righe ad impressione sul piatto anteriore e a rombi sul piatto posteriore dove sono anche un cartellino con la segnatura "E" e un altro con i contenuti del codice "Antiphonarium a I sabbato XL usque ad sabbatum [ante] dominicam 3"; tre bindelle e quattro tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso

Restauri

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; il codice, insieme ai Corali M n. 25 e F.6 n. 32, è uno dei tre che non hanno subìto danni in seguito all’alluvione poiché erano posti in alto sul badalone; il manoscritto non ha ricevuto recenti restauri ma le controguardie e gli interni dei piatti della legatura presentano diversi segni di tarli

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

3 iniziali istoriate

1 iniziale figurata

4 iniziali decorate

Miniatura di penna:

208 iniziali filigranate

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati e, in alcuni casi, delimitato entro cornici in foglia d'oro.

Le iniziali decorate sono realizzate a tempera con il campo quadrangolare in foglia d’oro, il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda ornata con fregetti a penna e bottoncini dorati, il fondo presenta anch’esso foglie e fiori.

Le iniziali filigranate (es. I(n) di mm 120 x 100 a c. 6v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno decorazioni diamantate a tempera e clipei acquerellati.

Tra le iniziali filigranate, 12 sono di misura piccola (cc. 167r-171r) con il corpo fesso azzurro o rosso e il campo e il fondo di colore opposto con decorazioni fitomorfe stilizzate; il codice contiene anche 2 iniziali rubricate rosse di mano posteriore (cc. 171v-172r).

Lettere grosse in inchiostro nero con toccature in giallo e testine. 

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 9-10) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Frate Eustachio con riferimento al Milanesi (1850, p. 197) e al D’Ancona (1914, p. 814 n. 1605).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dello Stemma di Firenze, invece, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città, la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 25-26 n. 24; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 5; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono elencati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario E, n. 24, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate ma la numerazione delle carte è posteriore al 1663 poiché nell'Inventario di quell'anno è scritto che "non è carteggiato"; nel 1822 era inventariato come E e l'attribuzione delle miniature già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi. Per quanto riguarda i soggetti delle miniature, nell'Inventario del 1663 la figura a c. 1r è interpretata come Profeta, probabilmente Geremia; nell'Inventario del 1862 è data notizia (ripresa da Milanesi 1850, p. 197 nt. 1) della pubblicazione dell'iniziale V a c. 93r "incisa nell'Album Calligrafico ec." stampato a Lucca dalla Tipografia Giusti nel 1840.

Probabilmente i testi delle due invocazioni alle cc. 171v-172r sono stati aggiunti prima del 1663 poiché nell'Inventario di quell'anno sono già conteggiate 173 carte che quindi includono anche la carta di guardia posteriore utilizzata per il testo riferito alla Vergine.

La figura rappresentata entro l'iniziale a c. 1r è stata identificata con il profeta Isaia poiché, iconograficamente, l'abbigliamento caratterizzato dal turbante e il rotolo aperto sono elementi riconducibili ai profeti; inoltre l'iscrizione è una citazione delle profezie di Isaia e la sega, attributo sorretto dalla figura, ricorda il martirio subìto dal profeta che, su ordine del re Manasse, venne segato in due. Il fraintendimento con Simone Zelota fu probabilmente dovuto allo stesso attributo in quanto anche il santo venne tagliato in due. La scena miniata a c. 2v, invece, potrebbe riferirsi al secondo viaggio missionario di san Paolo dal momento che l'incipit è ripreso dalla predica fatta di fronte ai Corinzi (Seconda lettera ai Corinzi 6, 1-2).

Le iniziali miniate, quasi tutte istoriate, sono connotate da un tono "fiabesco" (Garzelli 1985, p. 348) espresso utilizzando tecniche teatrali, come la disposizione dei personaggi di lato, frontali e di schiena, e la rappresentazione simultanea degli eventi che compongono la storia: così sono disposti i personaggi della storia del Congedo di Esaù a c. 50v mentre le azioni e intenzioni ingannevoli sono emblematicamente espresse dalla presenza di un felino.

Il codice risulta inventariato nelle schede OA della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze nel 1985 con il numero di catalogo 09/00161205 dove ne è confermata l'attribuzione a Frate Eustachio in base ai documenti di pagamento relativi all'attività del miniatore per l'Opera del Duomo risalenti agli anni 1519, 1521, 1525, 1528. L'Antifonario E, n. 24 è inoltre confrontato con l'Antifonario M, n. 25 per la precisa descrizione degli interni ad opera del miniatore ma anche per il suo scarso senso della prospettiva e del chiaroscuro. Iconograficamente, il manoscritto si pone come proseguimento dell'Antifonario D n. 8, nelle cui iniziali sono le Storie della Genesi realizzate da Monte di Giovanni. 

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 9-10

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 5

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 25-26 n. 24

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 172-173, 197 n. VII, 338 n. XI

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 814 n. 1605

Sigla: Levi D'Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 247, 249

Sigla: Garzelli | 1985

Riferimento: A. Garzelli, Le immagini, gli autori, i destinatari, in Miniatura fiorentina del Rinascimento: 1440-1525. Un primo censimento, a cura di A. Garzelli, I, Firenze 1985

Pagine: p. 348

Sigla: Preti | 1989

Riferimento: M. Preti, Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, Milano 1989

Pagine: pp. 8, 34, 36-40

Sigla: Tacconi | 1997

Riferimento: M. S. Tacconi, Scheda n. 84, in I libri del Duomo di Firenze. Codici liturgici e Biblioteca di Santa Maria del Fiore (secoli XI-XVI), a cura di L. Fabbri e M. Tacconi, Firenze 1997, pp. 227-228

Pagine: pp. 227-228

Sigla: Tacconi | 1997

Riferimento: M. S. Tacconi, "Secundum consuetudinem Romanae Curiae in Maiori Ecclesia florentina": i codici liturgici della Cattedrale di Firenze, in I libri del Duomo di Firenze. Codici liturgici e Biblioteca di Santa Maria del Fiore (secoli XI-XVI), a cura di L. Fabbri e M. Tacconi, Firenze 1997, pp. 65-78

Pagine: pp. 75, 76, 78 nt. 50

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 231

Sigla: Il Museo dell'Opera del Duomo | 2000

Riferimento: Il Museo dell'Opera del Duomo a Firenze, Firenze 2000

Pagine: pp. 127-129, 142

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 10, 53