D.2, n. 21
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dalla quarta domenica di Quaresima al mercoledì della Settimana Santa

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: D.2, n. 21

Segnatura vecchia: D.2

Segnatura 1952: n. 21

Data: 1517 - 1521 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 700 x 503

Carte: cc. I + 146 + I' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: successiva alla scrittura del codice, a penna e inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno di modulo piccolo (cc. 2r-147r), moderna a matita dove quella antica non è più leggibile

Fascicolazione: 1-17 (8), 18 (10)

Specchio scrittura: mm 83 [473] 144 x 72 [9/286/9] 127; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 2r-147v); aggiunta musicale a c. 141v

Legatura

mm 760 x 570 x 115; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia a sbalzo centrale, decorazioni circolari e gigli incisi agli angoli; cartellino con i contenuti del codice sul piatto posteriore (deteriorati): "Graduale a Dominica 4 Quadragesime usque ad feriam 4 Majori hebdomade"; due bindelle con tenoni; 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 30 maggio 1977 - 7 dicembre 1978

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, si rese necessaria la scucitura e il lavaggio di tutte le carte con alcool; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state inoltre stirate poiché si presentavano ingrinzite e deformate; le parti mancanti e le corrosioni dell'inchiostro sono state reintegrate con carta giapponese. Infine, è stato restaurato il dorso, il codice è stato ricucito su doppio nervo, rilegato in tutta pelle con assicelle interne e sono stati realizzati a mano i capitelli.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo intervento di restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale figurata

16 iniziali decorate

Miniatura di penna:

127 iniziali filigranate

La sola iniziale figurata è caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.

Le iniziali decorate fogliate medie (es. I(udica me) di mm 135 x 110; mm 380 x 170 con la coda a c. 48r) hanno il campo in foglia d'oro, il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda; sul fondo si trovano composizioni fitomorfe e floreali composte dalle stesse foglie nelle quali torna la gamma cromatica rosa, verde e azzurra. In alcune iniziali il corpo della lettera è sostituito da elementi tipici delle grottesche.

Le iniziali filigranate medie (es. G(loria) di mm 125 x 105 a c. 32r) hanno il corpo azzurro o rosso con decorazioni a risparmio geometriche o racemi e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo, presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o decorazioni nastriformi e cornici realizzate a tempera.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 8-9) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Frate Eustachio (al secolo Tommaso di Baldassarre) dal Milanesi (1850, p. 194) e dal D’Ancona (1914, vol. II, p. 814 n. 1604).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 13-14 n. 12; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 28; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale D.2, n. 21, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che nel 1822 era inventariato come D2 e che l'attribuzione a Frate Eustachio già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.

Possiamo restringere la datazione del codice agli anni compresi tra il 1516 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale, pagato durante il provveditorato di Giovanni Cappelli. La scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono all'opera del monaco camaldolese Filippo di Polidoro (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 17t, 61, 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33); il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 17t, 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9; Tacconi 2005, p. 40 nt. 73) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio terminate nel 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati tra il 1517 e il 1519 da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86). Per quanto riguarda la miniatura del codice, un documento del 1519 ci informa che l'illustrazione fu commissionata a Frate Eustachio "converso di s. Marcho" (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 78) e proseguì, almeno per quanto riguarda i pagamenti, fino al 1521 (AOSMF, Deb. e Cred., FF, VII-1-53, c. 52) quando ricevette una somma per "il primo graduale che ss'adopera la quarta domenicha di quaresima", identificabile con il Corale D.2, n. 21 e per un "antifanario adoperasi la prima domenicha dell'avento", identificabile con il Corale A, n. 31.

Nel resoconto delle miniature viene descritto il lavoro complessivo per i "dua libri" contenenti: "dua principii e tre lettere grande e 33 minore di penello messe d'oro choll'oro e ornamento e più 408 lettere rosse e azzurre fiorite".

Le miniature trovano una corrispondenza abbastanza precisa con la somma delle iniziali contenute nel Graduale D.2, n. 21 e nell'Antifonario A, n. 31: nel primo, infatti, sono presenti una iniziale figurata grande L a c. 1r con un Profeta, 16 iniziali decorate, di cui una di grandi dimensioni, e 127 iniziali filigranate; il secondo contiene una iniziale figurata grande A a c. 5r con un Profeta, 18 iniziali decorate e 283 iniziali filigranate.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 8-9

Riferimento: AOSMF, II-4-6, cc. 17t, 78, 96

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 13-14 n. 12

Riferimento: AOSMF, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, VII-1-53, c. 52

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 28

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 172-173, 194 n. III, 338 n. XI

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 814 n. 1604

Sigla: Levi D'Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 246-247, 249

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 69, 73-76 nn. 1804, 1808, 1814, 1818

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 174

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 10, 40 n. 73