L, n. 20
Antifonario
Antifonario per il Proprio del tempo dalla quarta domenica di settembre al sabato precedente l'Avvento

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: L, n. 20

Segnatura vecchia: L

Segnatura 1952: n. 20

Data: 1508 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 680 x 495

Carte: cc. II + 159 + I' (carte di guardia: I, I' cartacee moderne; II membranacea antica)

Numerazione: moderna (sec. XVIII) a penna a inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno di modulo piccolo (cc. 1r-159r), in alcune carte è presente una numerazione antica di riferimento a penna in cifre arabe

Fascicolazione: 1 (9), 2-11 (8), 12 (7), 13-20 (8); la carta di guardia membr. è solidale al primo fascicolo

Specchio scrittura: 73 [470] 137 x 75 [10/288/9] 113; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-155r), aggiunta di una seconda mano alle cc. 155r-159v

Legatura

mm 758 x 550 x 135; moderna; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale in ottone polilobati con borchia centrale a sbalzo; cartellino con i contenuti del codice sul piatto posteriore (molto deteriorati): "Antiphonarium [...]"; due bindelle con tenoni; 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo intervento di restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 16 aprile 1980 - 12 marzo 1981

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale istoriata

3 iniziali figurate

Miniatura di penna:

178 iniziali filigranate

L'iniziale istoriata e le iniziali figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.

Le iniziali filigranate medie (es. I(mpetum) di mm 103 x 110 a c. 33r) hanno il corpo azzurro o rosso, decorazioni a risparmio geometriche o con racemi e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o con decorazioni diamantate e cornici realizzate a tempera. Un secondo miniatore di penna potrebbe essere intervenuto in un momento successivo e in corrispondenza della diversa mano di scrittura alle cc. 155r, 158r-159v; 3 iniziali con decorazioni figurate sul fondo.

10 iniziali filigranate piccole alle cc. 156r-159v di entrambi i miniatori di penna.

Lettere grosse in inchiostro nero, in alcuni casi con decorazioni a racemi.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 18) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito ad Antonio di Girolamo, discepolo di Monte di Giovanni, dal Milanesi (1850, p. 200) e dal D’Ancona (1914, II, pp. 542-543 n. 1073).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dei gigli invece, anche nelle iniziali filigranate, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, p. 17 n. 15; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 11; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario L, n. 20, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le miniature ma oggi risulta mutilo di numerose carte poiché originariamente dovevano essere 185 e la loro numerazione è posteriore al 1663; nel 1822 era inventariato come L e l'attribuzione delle miniature, che nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era ricondotta ad Antonio di Girolamo.

Dal punto di vista dei contenuti liturgici, se le domeniche dopo la Pentecoste sono venticinque, la domenica XXIV è come la domenica VI dopo l'Epifania; se le domeniche sono ventisei, la domenica XXIV è come la domenica V dopo l'Epifania e la domenica XXV è come la domenica VI; se le domeniche dopo la Pentecoste sono ventisette, la domenica XXIV è come la IV dopo l'Epifania, la XXV è come la V e la XXVI è come la VI.

La quarta domenica di settembre, nel calendario, può essere almeno la XV dopo la pentecoste quando la pasqua è molto alta (come, ad esempio, per il 4 aprile nel 1507).

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 18

Riferimento: AOSMF, V-3-39, p. 17 n. 15

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 11

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 200-201 n. XIII, 339 n. XII

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 542-543 n. 1073

Sigla: Levi D'Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 15, 17-18, 211

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 232

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10