B.2, n. 9
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dall'Epifania al martedì dopo la prima domenica di Quaresima

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: B.2, n. 9

Segnatura vecchia: B.2

Segnatura 1952: n. 9

Data: 1515 - 1519 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 690 x 510

Carte: cc. I + 112 + I’ (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: coeva a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine esterno; dove assente, è presente un’altra numerazione moderna a matita in cifre arabe

Fascicolazione: 1-3 (8), 4 (9), 5-9 (8), 10 (9), 11-13 (8), 14 (6)

Specchio scrittura: mm 70 [475] 145 x 108 [10/302/10] 70; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano

Legatura

mm 760 x 540 x 125; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone, su entrambi i piatti: fornimenti cantonali e centrali polilobati in metallo con decorazioni geometriche e gigli stilizzati; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice (ormai quasi illegibile) “Gradualis ab Epiphanie usque ad feriam 3 [post] dominicam quadragesime”; due bindelle con tenoni, 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo intervento di restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 8 marzo 1979 - 18 gennaio 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

2 iniziali istoriate

2 iniziali figurate

10 iniziali decorate

Miniatura di penna:

117 iniziali filigranate

Le iniziali figurate e le istoriate presentano tutte il campo in foglia d'oro, il corpo decorato con foglie lanceolate e la coda fiorita che si estende sopra la foglia d'oro, unita al campo della lettera come proseguimento dello stesso. 

Le iniziali decorate fogliate sono tutte caudate (es. D a c. 71r di mm 135 x 131; mm 460 x 155 con i fregi), hanno il campo in foglia d’oro e il corpo decorato con foglie lanceolate azzurre, verdi e rosa che vanno a formare un breve coda arricchita da bottoncini dorati. Il fondo presenta decorazioni floreali, in questo caso quasi dal carattere naturalistico, o fregi ad intreccio o candelabre ma quasi tutte le lettere sono pesantemente danneggiate a causa dell’alluvione (cc. 7r, 15r, 23r, 37v, 46r, 54v, 61v, 77v, 97v). L’iniziale E a c. 54v presenta tracce di puntinatura forse eseguite in un secondo momento per riprodurre la forma del corpo della lettera.

Le iniziali filigranate (es. L a c. 49r di mm 115 x 97) hanno il corpo fesso azzurro o rosso con decorazioni floreali, il fondo e il campo sono di colore alternato e con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune presentano clipei o decorazioni diamantate; 10 iniziali filigranate sono decorate. 

Lettere grosse in inchiostro nero.

Contenuto liturgico:

Il codice contiene il Graduale con le Messe per il Proprio del tempo dall’Epifania alla terza feria (martedì) dopo la prima domenica di Quaresima

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 6) il manoscritto è datato al XVI secolo e le miniature sono attribuite a Monte di Giovanni con riferimento al Milanesi (1850, p. 210) e al D’Ancona (1914, p. 685 n. 1412).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. Invece, la presenza dello Stemma di Firenze con il giglio e dello Stemma del Popolo con la croce anche nelle iniziali filigranate, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 20-21 n. 19; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 26; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale B.2, n. 9, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che era inventariato come B2 e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.

Possiamo restringere la datazione del codice agli anni compresi tra il 1515 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale, pagato durante il provveditorato di Giovanni Cappelli. La scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono all'opera certa del monaco camaldolese Filippo di Polidoro (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 61, 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33); il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86). Nonostante i numerosi documenti presenti in archivio, inerenti alle commissioni tra il novembre 1513 e il giugno 1515 (AOSMF, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 160; AOSMF, Quad. di cassa, CXXX, VIII-1-130, c. 50; AOSMF, Stanz., 1514-1522, II-4-24, cc. 5, 10, 13) e al pagamento delle miniature realizzate negli anni seguenti da Monte di Giovanni (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 129t-131; AOSMF, Memoriale seg. D., 1516-1524, II-4-25, c. 63t), non sono stati trovati riferimenti precisi al Graduale B.2, n. 9 pertanto l'attribuzione al miniatore può essere avvalorata soltanto su basi stilistiche.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 6

Riferimento: AOSMF, II-4-6, c. 96

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 20-21 n. 19

Riferimento: AOSMF, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 26

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 210 n. XXVI, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 685 n. 1412

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 74-75 n. 1814

Sigla: I libri del Duomo di Firenze | 1997

Riferimento: I libri del Duomo di Firenze. Codici liturgici e Biblioteca di Santa Maria del Fiore (secoli XI-XVI), a cura di L. Fabbri e M. Tacconi, Firenze 1997

Pagine: p. 225

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 173

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10