E.2, n. 7
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dal Giovedì Santo alla vigilia dell'Ascensione

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: E.2, n. 7

Segnatura vecchia: E.2

Segnatura 1952: n. 7

Data: 1515 - 1519 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 703 x 528

Carte: cc. I + 145 + I’ (manca la c. 45; sotto la numerazione è scritto che “salta”; carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: coeva a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine esterno (cc. 1r-144r), numerazione in cifre romane a inchiostro nero (cc. 24r, 43r-44r, 145r-146r)

Fascicolazione: 1-5 (8), 6 (7), 7-18 (8), 19 (2)

Specchio scrittura: mm 82 [470] 151 x 80 [8/295/8] 137; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano

Legatura

mm 760 x 560 x 130; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone con due bindelle con fibbie e tenoni, su entrambi i piatti: fornimenti cantonali e centrali polilobati in metallo; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice “Graduale a feria quinta in Cena Domini usque ad vigiliam Ascensionis”; 8 nervi sul dorso, puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 8 marzo 1979 - 18 gennaio 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale istoriata

Miniatura di penna:

13 iniziali filigranate grandi

174 iniziali filigranate medie

L'iniziale istoriata è caratterizzata dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda decorata con bottoncini dorati.

Le iniziali filigranate grandi sono quasi tutte caudate (I c. 64v; c. 78r, A(qua) di mm 147 x 140 e mm 510 x 255 con i fregi; V c. 84v; V c. 90r; E c. 96v; E c. 103r; Q c. 108v; M c. 113r; I c. 118r; C c. 124r; V c. 131r; E c. 139r), hanno il corpo azzurro o rosso fesso da decorazioni a racemi, il campo e il fondo con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; la coda è decorata con fiori e clipei realizzati a inchiostro (con qualche intervento a pennello) e di colore alternato al corpo della lettera (cc. 84v, 96v, 103r E con lo Stemma di Firenze, 108v, 113r, 124r, 139r E con lo Stemma di Firenze). Alcune iniziali filigranate hanno decorazioni figurate.

Le iniziali filigranate medie (es. C(hristus) di mm 110 x 110 a c. 2v) hanno il corpo fesso azzurro o rosso con decorazioni di fiori, il fondo e il campo di colore alternato con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune presentano fregi, clipei o decorazioni diamantate (2 iniziali sono successive). Alcune presentano figure a inchiostro.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Contenuto liturgico:

Il codice contiene il Graduale per il Proprio del tempo dalla feria quinta (Ultima Cena del Giovedì Santo) alla vigilia dell’Ascensione. Il testo contiene lunghe spiegazioni delle azioni che deve compiere il sacerdote e le indicazioni per gli interventi del primo e del secondo coro.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 10) il manoscritto è datato al XVI secolo e le miniature sono attribuite a Monte di Giovanni (Milanesi 1850, p. 210; D’Ancona 1914, p. 687, n. 1416).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 14-15 n. 13; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 29; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale E.2, n. 7, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che era inventariato come E2 e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. Invece, la presenza del giglio e della croce del Popolo, anche nelle iniziali filigranate, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Il codice è considerato dalla Tacconi (2005, pp. 176-178, 190-194) uno dei più rappresentativi della celebrazione della restaurazione medicea, che coincise con l'inizio della realizzazione del nuovo ciclo liturgico, dal momento che ritrae Lorenzo il Magnifico tra i cantori all'interno dell'iniziale C a c. 47r.

Possiamo restringere la datazione del codice agli anni compresi tra il 1515 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale, pagato durante il provveditorato di Giovanni Cappelli. La scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono all'opera del monaco camaldolese Filippo di Polidoro (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 61, 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33); il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio terminate nel 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati tra il 1517 e il 1518 da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86); infine, numerosi documenti sono inerenti alle commissioni tra il novembre 1513 e il giugno 1515 (AOSMF, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 160; AOSMF, Quad. di cassa, CXXX, VIII-1-130, c. 50; AOSMF, Stanz., 1514-1522, II-4-24, cc. 5, 10, 13) e al pagamento, protrattosi fino al 1521, delle miniature realizzate da Monte di Giovanni tra il 1 luglio 1515 e il giugno 1519 per cinque "antifanali" (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 129t-131; AOSMF, Memoriale seg. D., 1516-1524, II-4-25, c. 63t; AOSMF, Deb. e Cred., FF, c. 50) identificabili con il Kyriale K.2 L.2, n. 10, il Graduale R, n. 13, l'Antifonario O, n. 23, il Graduale A.2, n. 15 e il Graduale E.2, n. 7 al quale è riferibile, in modo particolare, un documento del febbraio 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 78t).

Proprio nel resoconto delle miniature viene descritto il lavoro per un "libro del Giovedì Santo" contenente: "Una lettera dina[n]zi di penna grande e da piè l'arme dell'arte della Lana [...] Una lettera alla Messa della Pasqua di Ressuressi [...] 180 lettere rosse et azure fiorite [...] 12 lettere di penna grande grande fiorite alle domeniche"; inoltre il miniatore si occupò anche della segnatura delle carte a penna e inchiostro rosso.

Le miniature trovano una corrispondenza abbastanza precisa con quelle contenute nel Graduale E.2, n. 7: in esso, infatti, sono presenti una iniziale filigranata grande N a c. 1r con una Croce e tre clipei nel margine inferiore con il Monogramma dell’Opera del Duomo e lo Stemma dell'Arte della Lana; una iniziale istoriata caudata R a c. 65r con la Resurrezione di Cristo; 172 iniziali filigranate medie rosse e azzurre; 12 iniziali filigranate grandi quasi tutte caudate con fiori e clipei realizzati a inchiostro e con qualche intervento a pennello (cc. 64v, 78r, 84v, 90r, 96v, 103r, 108v, 113r, 118r, 124r, 131r, 139r).

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 10

Riferimento: AOSMF, II-4-6, cc. 61, 78t, 129t-131

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 14-15 n. 13

Riferimento: AOSMF, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 29

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 210 n. XXV, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 687 n. 1416

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 70-75 nn. 1806-1807, 1809, 1814

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 174

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 10, 178, 191