C.2, n. 5
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dal Mercoledì delle Ceneri al sabato prima della quarta domenica di Quaresima

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: C.2, n. 5

Segnatura vecchia: C.2

Segnatura 1952: n. 5

Data: 1515 - 1519 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 710 x 512

Carte: cc. I + 125 + I’ (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: antica a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine esterno; presenza in alcune carte di numerazione moderna a matita

Fascicolazione: 1-12 (8), 13 (9), 14 (8), 15-16 (6)

Specchio scrittura: mm 77 [486] 147 x 126 [10/296/10] 70; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano

Legatura

mm 760 x 530 x 130; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone, due bindelle con fibbie e tenoni; su entrambi i piatti: fornimenti cantonali e centrali polilobati in metallo con decorazioni geometriche e gigli stilizzati; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice “Graduale a feria 4 [...] in Quadragesime usque ad sabbatum [...] in Quadragesime”, 8 nervi sul dorso, puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 8 marzo 1978 - 18 gennaio 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

4 iniziali figurate

15 iniziali decorate

Miniatura di penna:

138 iniziali filigranate

Le iniziali figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro e dal corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda decorata con bottoncini dorati.

Le iniziali decorate fogliate (es. I(n deo) di mm 142 x 122; mm 400 x 260 con i fregi a c. 86v) sono realizzate a tempera, con il campo quadrangolare in foglia d’oro, il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda e il fondo anch’esso decorato con foglie; i colori utilizzati sono per la maggior parte arancione, azzurro, rosa, verde e giallo (cc. 16r, 21r, 29r, 40r, 43v, 49v, 54r, 66r, 71r, 92v, 99v, 104r, 110v, 116r). L’iniziale I presenta un medaglione centrale arricchito da perle e gemme e un mascherone con il turbante tra le foglie nel margine superiore; l’iniziale a c. 43v presenta i segni della puntinatura intorno alla lettera e alle foglie, probabilmente fatta successivamente per copiarne le forme.

Le iniziali filigranate (es. C(antate) di mm 105 x 110 a c. 11r) hanno il corpo rubricato o fesso in azzurro o rosso, il fondo e il campo presentano il colore alternato, decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune presentano fregi o decorazioni diamantate, quella a c. 11r ha il Giglio simbolo del Comune

Lettere grosse a inchiostro nero. 

Contenuto liturgico:

Il codice contiene il Graduale per il Proprio del tempo dal Mercoledì delle Ceneri al sabato prima della quarta domenica di Quaresima.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 7-8) il manoscritto è datato al XVI secolo e le miniature sono attribuite a Monte di Giovanni (Milanesi 1850, p. 209; D’Ancona 1914, p. 686, n. 1414).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni che permettono di ottenere pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dei gigli, anche nelle iniziali filigranate, fa parte invece del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 17-18 n. 16; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è fornita una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 27; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono riportate le attribuzioni del Milanesi relative ai miniatori che realizzarono il ciclo cinquecentesco. Per quanto riguarda il Graduale C.2, n. 5, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che era già inventariato come C2 e che nel 1862 veniva confermata l'attribuzione a Monte di Giovanni.

Possiamo restringere la datazione del codice agli anni compresi tra il 1515 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale, pagato durante il provveditorato di Giovanni Cappelli. La scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono all'opera certa del monaco camaldolese Filippo di Polidoro (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 61, 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33); il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86). Dai numerosi documenti che riguardano le commissioni tra il novembre 1513 e il giugno 1515 (AOSMF, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 160; AOSMF, Quad. di cassa, CXXX, VIII-1-130, c. 50; AOSMF, Stanz., 1514-1522, II-4-24, cc. 5, 10, 13) e il pagamento delle miniature realizzate da Monte di Giovanni (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 129t-131; AOSMF, Memoriale seg. D., 1516-1524, II-4-25, c. 63t) non emerge alcun riferimento diretto alle iniziali del Graduale C.2, n. 5 che è riconducibile a Monte soltanto su basi stilistiche.

Fonti

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 17-18 n. 16

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 7-8

Riferimento: AOSMF, II-4-6, c. 96

Riferimento: AOSMF, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 27

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 209-210 n. XXIV, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 686, n. 1414

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 74-75 n. 1814

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 174

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 175