Miniature O.2, n. 56
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: O.2, n. 56
Segnatura vecchia: O.2
Segnatura 1952: n. 56
Data: 1700 - 1899 (Inventario 1958, p. 23; c. 84r)
Provenienza: Duomo
Materiale: cartaceo (filigrana: "C. Volpini" alle cc. 101-I')
Misure: mm 726 x 514 (c. 10r); mm 680 x 460 (c. 104r)
Carte: cc. II + 114 + II' (carte di guardia: cc. I, II' di restauro, cc. II, I' cartacee moderne numerate A (c. II, sec. XIX) e 108 (c. I', sec. XIX)
Numerazione: moderne (sec. XIX) in cifre romane a penna e inchiostro nero al centro del margine esterno (cc. 1-14, 15-30, 31-43), al centro del margine superiore (cc. 44-56, 57-71, 72-83, 84-100; 51 ripetuto due volte) e in cifre arabe a matita (sec. XX; cc. 101-107); sono numerate a matita: cc. 14bis, 30bis, 43bis, 56bis, 71bis, 83bis
Fascicolazione: 1 (9), 2-3 (7), 4-5 (6), 6 (3), 7 (6), 8 (3), 9 (7), 10 (5), 11 (3), 12-15 (6), 16 (5), 17-19 (6), 20 (7), fascicolazione molto irregolare e di non chiara identificazione
Specchio scrittura: mm 75 [483] 168 x 63 [353] 98 (c. 10r); mm 66 [483] 131 x 62 [327] 71 (c. 104r); rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Imitazione della littera textualis di una sola mano (secc. XVIII-XIX, cc. Av-100v); presenza di una seconda mano che utilizza i timbri per la scrittura (sec. XIX, cc. 101r-107v) nell'ultimo fascicolo aggiunto
Legatura
mm 755 x 540 x 70; parzialmente originale e di restauro; assi rivestite di cuoio marrone con decorazioni a impressione con foglie di acanto, palmette stilizzate e tralci di vite; sul piatto inferiore, cartellino membranaceo profilato in metallo con segnatura "O.2"; due ganci di chiusura e 5 nervi sul dorso
Restauri
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi.
Data: 27 luglio 1999 - 16 novembre 1999
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino, grazie ai finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore, ma non è stata trovata una sufficiente documentazione riguardante gli interventi effettuati, presumibilmente, sulla legatura del manoscritto.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966: le iniziali figurate sono ben conservate mentre le filigranate presentano un sensibile scolorimento del colore; il testo e il supporto cartaceo sono abbastanza ben conservati nonostante gli aloni formati dallo scioglimento parziale dell'inchiostro rosso
Descrizione interna
Miniatura di pennello:
2 iniziali istoriate
5 iniziali figurate
Miniatura di penna:
62 iniziali filigranate
119 iniziali rubricate
Le iniziali figurate e le istoriate hanno tutte il campo lasciato a risparmio e decorato con soli racemi, le scene sono campite ad acquerello senza base di preparazione; le lettere sono prive di code e oro.
Le iniziali filigranate (es. P(ositis) di mm 117 x 111 a c. 8r) sono caratterizzate dal corpo azzurro o rosso, il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate.
Le 112 iniziali rubricate sono state realizzate per la maggior parte con un timbro e hanno tutte il corpo rosso (cc. 1r-100v), le 7 rubricate nel fascicolo aggiunto sono state realizzate a mano (cc. 101r-106v).
Lettere grosse in inchiostro nero e rosso.
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 23) il manoscritto è datato al XVIII secolo ma non ci sono riferimenti allo scriba o al decoratore; viene inoltre descritto privo di miniature nonostante la presenza di sette iniziali figurate e istoriate.
Il codice non è riportato nell'Inventario del 1822 ma sotto il numero 53 è descritto un "Ufizio della lancia e chiodi" scritto, però, in cartapecora (AOSMF, XI-8-1, n. 53; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), forse un precedente corale successivamente sostituito con il Vesperale O.2, n. 56.
All'interno dell'iniziale istoriata a c. 84r è presente la firma del miniatore, difficilmente decifrabile, "A. Pampaloni(?)", e la data 1865 (o 1845): la datazione al XVIII secolo, proposta nell'Inventario del 1958, potrebbe quindi essere posticipata almeno alla metà del XIX secolo, periodo al quale si adatterebbe meglio anche dal punto di vista stilistico.
Fonti
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 23
Bibliografia
Sigla: Tacconi | 1999
Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999
Pagine: p. 375