Y, n. 51
Antifonario
Antifonario per il Proprio dei santi dalla festa dei santi Filippo e Giacomo (3 maggio) alla Trasfigurazione di Cristo (6 agosto), per il Comune dei santi e ricorrenze mariane

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: Y, n. 51

Segnatura vecchia: Y

Segnatura 1952: n. 51

Data: 1516 - 1699 (bibliografia; attribuzione stilistica)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 723 x 527

Carte: cc. II + 211 + I' (carte di guardia: cc. I e I' cartacee moderne di restauro (sec. XX), c. II membranacea, numerata A a matita da mano moderna (sec. XX), sulla quale è stato scritto un testo che termina sul recto della c. 1)

Numerazione: coeva (secc. XVI-XVII) in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine esterno; è presente anche una numerazione moderna (sec. XX) in cifre arabe a matita nell'angolo superiore esterno

Fascicolazione: 1 (6), 2-7 (8), 8 (4), 9 (2), 10-28 (8), la carta di guardia membranacea anteriore costituisce il primo foglio del primo fascicolo

Specchio scrittura: mm 80 [488] 155 x 102 [290] 135; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1v-156v; 157v-200v) e aggiunte con interventi di altre mani (cc. Ar-1r; 156v-157r; 200v-203v; 210v-211v); aggiunta di una riga di testo e tetragramma a c. 207r

Legatura

mm 767 x 545 x 150; parzialmente originale e di restauro; assi rivestite di cuoio marrone, cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchie centrali, decorazioni a sbalzo di tipo fitomorfo stilizzato e gigli; sul piatto inferiore, due cartellini membranacei, profilati in metallo, con i contenuti "Antiphonarium proprium a kalendis Maji usque ad Transfigurationem Domini" e la segnatura "Y"; quattro bindelle con tenoni; puntali e 7 nervi sul dorso

Restauri

Data: 21 dicembre 1995 - 2 ottobre 1996

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, eseguito grazie ai finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966: alcune carte presentano piccole lacune in prossimità dell'angolo inferiore esterno reintegrate con carta giapponese

Descrizione interna

Miniatura di penna:

261 iniziali filigranate

65 iniziali rubricate

Le 195 iniziali filigranate medie (es. C(rucem) di mm 115 x 105 a c. 29v) hanno il corpo campito con inchiostro rosso o azzurro e fesso con decorazioni geometriche o fitomorfe a risparmio; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni fitomorfe stilizzate; 9 di esse hanno decorazioni figurate sul fondo.

4 iniziali sono state realizzate da una mano successiva (cc. Ar-1r); 62 iniziali filigranate sono di misura piccola (es. c. 166r) e alcune di esse sono decorate con una sottile coda con fiorellini realizzati a penna; le 57 iniziali rubricate (es. c. 37v) hanno il corpo realizzato a inchiostro rosso; altre 8 rubricate sono di mano successiva (cc. Ar-1r, 156v, 210v-211v).

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 27-28) il manoscritto, privo di miniature di pennello, è datato al XVI secolo ma non ci sono riferimenti allo scriba o al calligrafo. In base all'analisi stilistica delle iniziali filigranate, la datazione della decorazione di penna potrebbe ricondursi al XVII secolo; anche l'inserimento della festa di san Gaetano Thiene a c. 145v confermerebbe l'ipotesi di una collocazione del manoscritto al XVII secolo, dal momento che il santo venne canonizzato l'8 ottobre del 1629.

Il codice, dal punto di vista liturgico, fa comunque parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526 e per la Tacconi è posteriore almeno al 1516 (Tacconi 2005, p. 175; Tacconi 1999, p. 233).

In questo codice compare il Monogramma dell'Opera del Duomo, inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. 

Il codice è citato soltanto nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 23; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura con la lettera Y che segue la successione all'interno dell'anno liturgico; la sua assenza nell'Inventario del 1663 potrebbe costituire un termine post quem per la sua datazione verso l'ultimo quarto del XVII secolo.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 27-28

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 23

Bibliografia

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 233

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10