X, n. 47
Graduale, Antifonario
Graduale e Antifonario parziali

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: X, n. 47

Segnatura vecchia: X

Segnatura 1952: n. 47

Data: 1736 - 1797 (iscrizioni: 1736 (c. 21r), 1740 (c. 28r), 1763 (c. 38r), 1770-1771 (c. 59r-c. 45r), 1797 (c. 68v))

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo (cc. 1-44, 46-58, 60-67) e cartaceo (cc. 45, 59, 68-138)

Misure: mm 658 x 470 (c. 7r); mm 684 x 488 (c. 83r)

Carte: cc. II + 138 + II' (carte di guardia: c. I cartacea moderna di restauro (sec. XX), c. II cartacea sulla quale è scritto l'incipit (sec. XVIII) ed è numerata A, c. I' membranacea (sec. XVIII), c. II' moderna di restauro)

Numerazione: coeva (sec. XVIII) in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine esterno (cc. 1r-145r) e ad inchiostro nero (146r-155r): è ripetuto il numero 10 o 11 (la numerazione non è più visibile alle cc. 10-11 e riprende a c. 12 indietro di un numero), salta il numero 35, le cc. 45 e 59 non hanno la numerazione rossa poiché sono state inserite successivamente e quindi rimane indietro di due numeri, mancano 10 carte tra c. 65 e c. 76, mancano (o saltano nella numerazione) altre 9 carte tra c. 89 e 99, c. 133 numerata 134; seconda numerazione a matita di mano moderna (sec. XX) di riferimento (cc. 1r-138r)

Fascicolazione: 1-2 (2), 3-4 (4), 5 (6), 6 (2), 7 (6), 8-9 (4), 10 (3), 11-17 (4), 18 (2), 19 (7), 20-22 (6), 23 (7), 24-25 (6), 26 (5), 27-28 (6), 29 (4), 30 (6), la carta di guardia numerata A è legata al primo fascicolo, il fascicolo 10 è un duerno mancante dell'ultima carta, il fascicolo 19 è un quaderno mancante dell'ultima carta, il fascicolo 23 è un quaderno mancante della settima carta, il fascicolo 26 è un ternione mancante dell'ultima carta: nonostante la mancanza di alcune carte, la numerazione a matita non salta; i fascicoli 1-18 sono membranacei, i fascicoli 19-30 sono cartacei

Specchio scrittura: mm 75 [506] 77 x 62 [314] 94 (c. 7r); mm 68 [508] 108 x 75 [310] 103 (c. 83r); rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di diverse mani che si succedono nelle varie sezioni del codice: prima mano (cc. 1r-37v), seconda mano (cc. 38r-41r), terza mano (cc. 42r-44v), quarta mano (Giovanni Andrea Mori, cc. 45r-67r), quinta mano (Giulio Capigatti, cc. 68v-125r) con interventi di altre mani (cc. 122r-v, 125v-128r), sesta mano (cc. 129r-155v)

Legatura

mm 720 x 515 x 110; originale e di restauro; assi rivestite di cuoio marrone in parte originale con incisioni lineari; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale in ottone polilobati con borchia centrale a sbalzo; sul piatto inferiore, cartellino membranaceo profilato in metallo con la segnatura "X"; due bindelle con tenoni; puntali e 7 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, eseguito presso l'Istituto per la Patologia del Libro di Roma a spese dello Stato, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi.

Data: 30 aprile 1998 - 11 novembre 1998

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino con i finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore ma non è stata trovata una sufficiente documentazione riguardante gli interventi effettuati, presumibilmente, sulla legatura del manoscritto.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966; la decorazione e il testo della parte cartacea sono ben conservati

Descrizione interna

Unità membranacea

Miniatura di pennello:

2 iniziali figurate

8 iniziali decorate

Miniatura di penna:

61 iniziali filigranate

24 iniziali rubricate

Unità cartacea

Miniatura di pennello:

1 iniziale decorata

65 iniziali filigranate

Miniatura di penna:

164 iniziali rubricate

La decorazione del codice, di ormai tarda fattura settecentesca, non rientra completamente nelle tipologie di iniziali normalmente descritte per cui le tradizionali lettere filigranate realizzate a penna e inchiostro sono state realizzate a pennello, pur mantenendo la bicromia rosso-azzurro; è inoltre presente una tipologia di filigranate con il corpo di un unico colore contornato da una decorazione fitomorfa stilizzata ormai lontana dalle sembianze della filigrana, talvolta quasi assente, ma che, per semplificazione, sono state classificate come filigranate; infine le rubricate presenti nella sezione cartacea del manoscritto assumono il ductus della capitale.

Nell'unità membranacea le 8 iniziali decorate hanno il campo e il fondo decorato con fregi fitomorfi, il corpo è, in alcuni casi, realizzato in foglia d'oro (quasi completamente perduta) e sono contornate da fregi marginali, formati da fiori e foglie, delimitati da cornici; in questa tipologia di lettere sono compresi anche una sorta di "frontespizi" che introducono le feste che non riportano iniziali ma il monogramma dell'Opera.

Le 18 iniziali "filigranate" alle cc. 1r-20v, le 14 iniziali alle cc. 39r-52r e le 7 iniziali alle cc. 61r-65v sono state realizzate a pennello (es. D(ispersit) di mm 126 x 113 a c. 63r), mentre le 22 iniziali alle cc. 21v-37r riprendono le forme delle filigranate (es. U(nam) di mm 103 x 86 a c. 33r); 4 filigranate presentano iscrizioni o figure.

Le 65 iniziali filigranate dell'unità cartacea hanno il corpo rosso che, nella maggior parte di esse, riprende il ductus della capitale ed è decorato con racemi privi della delimitazione del campo (es. A(ve) di mm 97 x 113; mm 115 x 190 con i fregi a c. 72v), altre sono prive di decorazione.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 27) il manoscritto è datato al XVII secolo ma non ne sono indicati miniatore e scriba; è segnalata, seppur in modo generico, la presenza di un "finale recente".

La successione delle diverse mani di scrittura, dei fascicoli membranacei e cartacei e delle mani che attesero alla decorazione delle iniziali, lascia supporre una storia complessa del manoscritto. La datazione al XVII secolo non corrisponderebbe alle date variamente presenti all'interno del codice che occupano un arco cronologico compreso tra il 1736 e il 1797, almeno per quanto riguarda la decorazione; il testo sembra comunque contemporaneo alle iniziali miniate e non è quindi condivisibile la datazione al "1600" riportata nell'Inventario del 1958. L'Antifonario e Graduale X, n. 47 è citato nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 22; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura con la lettera X che ne segue la successione all'interno dell'anno liturgico; inoltre, è specificato che è stato realizzato in "cartapecora" e "in carta reale".

Tra le mani che hanno scritto il testo del codice è possibile identificare quelle di P. Giovanni Andrea Mori che scrisse tra il 1770 e il 1771 (cc. 59r, 45r unità membranacea) e quella di Giulio Capigatti che scrisse nel 1797 gran parte dell'unità cartacea.

La mano che ha realizzato le miniature alle cc. 21r e 28r, rispettivamente con San Luigi Gonzaga e San Felice potrebbe essere la stessa delle miniature nei Corali F.6 n. 32, Cor. I.9 n. 33, Cor. H.8 n. 45, Cor. U n. 46 che riportano tutte datazioni riferibili agli anni '30-'40 del Settecento e che potrebbe essere identificata con quella di Giovanni Pietro Benini che firma il Corale U n. 46 a c. IIr identificandosi come scrittore e decoratore.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 27

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 22

Bibliografia

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 374