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Miniature H.8, n. 45
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: H.8, n. 45
Segnatura vecchia: H.8
Segnatura 1952: n. 45
Data: 1500 - 1599 (aggiunte del 1685 (c. 161v) e del 1740 (c. 182r))
Provenienza: Battistero
Materiale: membranaceo
Misure: mm 662 x 478
Carte: cc. I + 198 + I' (carte di guardia cartacee moderne)
Numerazione: coeva (sec. XVI) in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine superiore che risulta molto lacunosa e assente nelle prime due carte (cc. 3-20, mancano le carte 21-23 e 25-53, cc. 54, 57-164, 166-171: 108 ripetuto due volte ma senza scalare di numero, c. 117 numerata 107 per errore), altre carte hanno lo stesso tipo di numerazione ma di epoca successiva (cc. 24, 55-56, 165, 173, 189-196: c. 172 non numerata); numerazione moderna (di riferimento, sec. XX) a matita nell’angolo superiore esterno (cc. 1-195, cc. 132bis, 178bis) che salta la prima carta (numerata A) rimanendo indietro di un numero fino a c. 132 oltre la quale rimane indietro di due numeri per la ripetizione della c. 132(bis) e di tre numeri per la ripetizione della c. 178(bis), dopo la carta numerata 173 rimane l'unica numerazione di riferimento, ad eccezione di alcune carte che riportano una ulteriore numerazione in cifre arabe a inchiostro nero nella stessa sede pertinente alla numerazione più antica (cc. 174(141), 177(144), 178(145), 182(149), 183(150), 184(151)
Fascicolazione: 1 (10), 2-17 (8), 18 (4), 19 (8), 20 (6), 21-22 (4), 23-24 (8), 25-27 (4), 28 (6), al fascicolo 17 c. 132bis, il fascicolo 18 contiene carte aggiunte, i fascicoli 21 e 24 sono aggiunti, al fascicolo 25 c. 178bis, i fascicoli 26 e 27 sono aggiunti
Specchio scrittura: mm 60 [500] 102 x 60/9 [328] 10/71; rr. 30/ll. 5 + 5 tetragrammi
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Littera textualis di una sola mano nel corpo principale del testo (cc. Av, 1r-19v, 21r-v, 25v-131v, 132r bis-137r, 141r-154v), probabile seconda mano cinquecentesca (cc. 163r-178v); diverse mani nelle varie parti aggiunte in epoche differenti (secc. XVII-XVIII: cc. 20r-v, 22r-25r, 132r-v, 137v-140v, 155r-158v, 162v, 191r-195v); aggiunta al testo e alla musica alle cc. 19r, 119v, 122v; annotazioni di natura liturgica ai margini delle cc. 21v, 167r
Legatura
mm 713 x 510 x 140; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale in ottone polilobati con borchia centrale a sbalzo, decorazioni fitomorfe stilizzate e gigli; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso
Restauri
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.
Data: 11 novembre 1987 - 29 giugno 1988
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Al momento del restauro, eseguito con i finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne, sono stati rimessi bulloni e borchie originali, dopo essere stati puliti e restaurati, e sono state rifatte le due bindelle.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966: a c. 183 l'inchiostro, probabilmente metallogallico, ha mangiato la pergamena; alcune carte (cc. 134-139) riportano estese mancanze nella metà inferiore reintegrate con carta giapponese
Descrizione interna
Miniatura di pennello:
1 iniziale figurata
Miniatura di penna:
218 iniziali filigranate
164 iniziali rubricate
L'iniziale figurata settecentesca ha il campo delimitato a pennello e un breve fregio anch'esso realizzato a tempera.
Le 190 iniziali filigranate della parte originale (es. O( magnum) di mm 103 x 103 a c. 106r) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate, clipei e decorazioni diamantate, 16 di esse non sono state finite (cc. 163r-178v), 1 sola iniziale è di misura grande (A(dorate) di mm 200 x 180 a c. 167v); 8 filigranate hanno decorazioni figurate.
26 iniziali filigranate (cc. 178r bis-194v) sono di mano successiva; 117 iniziali rubricate, 47 rubricate successive (cc. 20r-v, 21v-25r, 132r-v, 137v-140v, 141r-150v, 155r-162v).
Lettere grosse in inchiostro nero.
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 15) il manoscritto è datato al XVI secolo ma non ne sono indicati autore e provenienza; è segnalata, seppur in modo generico, la presenza di "aggiunte recenti".
La frammentarietà della numerazione e la presenza di diverse tipologie di iniziali appartenenti a epoche successive sono indice della complessa storia del manoscritto che conserva un nucleo originale (cc. 1-171), dal quale risultano mancanti 32 carte (che sarebbero state numerate cc. 21-23 e 25-53), e una serie di carte e fascicoli aggiunti in momenti diversi, ad esempio nel 1685 come riportato a c. 161v. Nell'Inventario del 1958 sono prese in considerazione solo le 170 carte del nucleo originale, è annotato che sono state fatte aggiunte ma non sono segnalate le 32 carte mancanti. La festa di santa Elisabetta del Portogallo a c. 155r costituisce un termine post quem per le aggiunte che dovrebbero essere posteriori al 1625, anno della canonizzazione della santa. La parte del codice da c. 163r, forse proveniente da un altro manoscritto poiché presenta misure inferiori (mm 626 x 460), potrebbe essere rimasta non finita e successivamente completata delle iniziali, semplicemente rubricate, e delle rubriche, scritte con modulo piccolo. La mano che ha realizzato la miniatura a c. 182r con San Raffaele arcangelo potrebbe essere la stessa delle miniature nei Corali F.6 n. 32, Cor. I.9 n. 33, Cor. U n. 46, Cor. X n. 47 che riportano tutte datazioni riferibili agli anni '30-'40 del Settecento e che potrebbe essere identificata con quella di Giovanni Pietro Benini che firma il Corale U n. 46 a c. IIr identificandosi come scrittore e decoratore.
Fonti
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 15