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Miniature H.2, n. 43
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: H.2, n. 43
Segnatura vecchia: H.2
Segnatura 1952: n. 43
Data: 1600 - 1899 (prima unità codicologica: sec. XVII (Inv. 1958, p. 15); seconda unità codicologica: secc. XVIII-XIX (Inv. 1958, p. 15))
Provenienza: Duomo
Materiale: prima unità: membranaceo; seconda unità: cartaceo
Misure: prima unità: mm 620 x 450; seconda unità: mm 637 x 475
Carte: prima unità: cc. I + 42 (carta di guardia cartacea moderna); seconda unità: 64 + III' (carte di guardia cartacee moderne (secc. XIX-XX), cc. I', II' numerate 146 e 147)
Numerazione: prima unità: moderna (sec. XVII) in cifre romane a inchiostro rosso che giunge fino a c. 59 per la mancanza di 17 carte; da c. 23 inizia anche una numerazione moderna (sec. XX) a matita che giunge fino a c. 42 così da numerare in modo continuo tutto il codice altrimenti frammentario; seconda unità: coeva (secc. XVIII-XIX) in cifre arabe a inchiostro nero al centro del margine esterno che da c. 96 giunge fino a c. 202 per la mancanza di 51 carte, le cc. 179-201 hanno una seconda numerazione in cifre romane a inchiostro rosso nell'angolo superiore esterno (1-7, 9-24); nelle carte a seguire, numerazione in cifre romane a inchiostro nero al centro del margine esterno (cc. 142-145, seguono 4 carte non numerate e ultime due carte numerate 146 e 147 con funzione di guardie); da c. 43 prosegue la numerazione moderna (sec. XX) in cifre arabe a matita che parte da 43 e giunge fino a c. 107 così da numerare in modo continuo tutto il codice altrimenti frammentario (c. 76 bis)
Fascicolazione: prima unità: 1 (6), 2-10 (4); nel fascicolo 7 le cc. 30-46 sono mancanti, a c. 29v finisce un testo e all'ultima carta dello stesso fascicolo inizia un testo acefalo il cui incipit doveva essere nelle carte mancanti, quindi c. 47 doveva precedentemente appartenere a un altro fascicolo; nell'ultima carta del fascicolo 10 finisce il testo della prima unità codicologica; seconda unità: 11-13 (4), 14 (6), 15-16 (4), 17-20 (6), 21-24 (4); tra i fascicoli 14 e 15 mancano 51 carte, nell'ultima carta del fascicolo 17 finisce una parte del testo, nella seconda metà del fascicolo 22 inizia la numerazione in cifre romane e si interrompe quella precedente in cifre arabe, il fascicolo 23 è un ternione mancante delle ultime due carte, il fascicolo 24 è un ternione mancante delle prime due carte e al quale sono solidali le cc. I', II'
Specchio scrittura: prima unità: mm 60 [468] 92 x 88/6 [283] 7/66; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi; seconda unità: mm 71 [483] 83 x 48 [328] 99; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Littera textualis di diverse mani che hanno scritto le varie parti riunite in un unico manoscritto: le mani più antiche sono due nell'unità membranacea (cc. 1r-22v, 30r-42v; cc. 23r-29v), quelle più recenti sono cinque nell'unità cartacea (cc. 43r-46v, 60v; cc. 47r-60r, 75r-96v; cc. 61r-74v, cc. 97r-101v; cc. 102r-105r)
Legatura
mm 677 x 495 x 75; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali polilobati e fornimento centrale in ottone con cornice baccellata; sul piatto posteriore, cartellino membranaceo profilato in metallo con segnatura "H 2"; due bindelle con tenoni; puntali e 6 nervi sul dorso
Restauri
Data: 11 novembre 1998 - 27 luglio 1999
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Il secondo restauro, eseguito grazie ai finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore, è stato condotto con trattamenti specifici per la parte cartacea e membranacea. Nella parte cartacea è stato effettuato il fissaggio dei capoversi, la scucitura, la spolveratura e la pulitura a secco; inoltre, si è resa necessaria la rimozione con il bisturi delle carte bianche di interfogliamento che furono messe dopo l'alluvione, il lavaggio di tutte le carte in acqua, l'asportazione del fango ancora esistente e la conseguente deacidificazione con ossido di calcio in soluzione semi-satura; il codice è stato rinsaldato a pennello con Tylose MH300p e integrato, nelle parti mancanti, con carta giapponese. Per quanto riguarda la parte membranacea, sono state staccate con il bisturi le carte di interfogliamento, è stato effettuato il fissaggio dei capoversi e il lavaggio di tutte le carte con soluzione idroalcolica e ammorbidimento con stiratura. E' stata eseguita la reintegrazione delle parti mancanti con carta giapponese e collante Tylose MH300p. Infine sono state realizzate l'imbrachettatura e la ricucitura come in origine su sei doppi nervi di canapa; è stata realizzata una nuova legatura in tutta pelle riportando borchie e parti metalliche originali, nuovi fermagli e nuove bindelle.
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966
Descrizione interna
Prima unità codicologica
Miniatura di penna:
1 iniziale figurata in tecnica mista
37 iniziali filigranate
55 iniziali rubricate
L'iniziale in tecnica mista è realizzata utilizzando sia la penna e l'inchiostro, nel corpo della lettera, nei fregi e nella figura del fondo rimasti incompiuti, sia il pennello per l'acquerellatura della figura.
Le 22 iniziali filigranate medie (es. V(irginis) di mm 120 x 115 e mm 170 x 150 con i fregi a c. 11v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; in alcune lettere la decorazione si sviluppa in una breve coda filiforme con fiorellini. Da c. 19r le iniziali sono rimaste incompiute e sono prive della filigrana, altre sono rubricate e fesse con fregi vegetali a risparmio; 2 filigranate hanno decorazioni figurate.
15 iniziali filigranate di misura piccola (es. S(it) di mm 63 x 60 a c. 7r) alcune con brevi code; 55 iniziali rubricate di misura piccola.
Lettere grosse in inchiostro nero con fregi e mascheroni.
Seconda unità codicologica
Miniatura di pennello:
2 iniziali decorate
Miniatura di penna:
73 iniziali filigranate
63 iniziali rubricate
Le iniziali filigranate medie (es. Q(ui) di mm 80 x 85 a c. 56r) sono realizzate e decorate a pennello mediante l'uso di timbri utilizzati per le parti decorative di tipo geometrico e fitomorfo stilizzato, mentre il corpo azzurro o rosso presenta decorazioni a racemi; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano l'inserimento di cornici gialle. Da c. 61r la tipologia delle filigranate cambia: le iniziali sono inserite in grandi campi con minuziose decorazioni a pennello (es. A(lleluia) di mm 116 x 119) anche di tipo figurativo (a c. 71v con un Testina di leone) e le dimensioni sono maggiori; le iniziali rubricate sono di misura piccola.
Lettere grosse in inchiostro nero.
Autori
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 15) il manoscritto composito è datato al sec. XVII per quanto riguarda il Vesperale mentre l'Innario e il Graduale sono datati ai secoli XVIII-XIX; nell'Inventario non ne sono indicati autore e provenienza.
Il codice è composto da una unità codicologica più antica (sec. XVII) membranacea e contenente il Vesperale e da una unità codicologica aggiunta in un secondo momento (sec. XIX) cartacea contenente il Graduale e l'Innario.
La prima unità codicologica è databile in base alle festività dei santi contenuti, alcuni dei quali canonizzati entro la prima metà del XVII secolo. La realizzazione del codice è probabilmente posteriore al 1622, anno della canonizzazione, da parte di papa Gregorio XV, della beata Teresa d'Avila che è festeggiata a c. 17v e al 1634 anno della canonizzazione, da parte di papa Urbano VIII, di santa Martina ricordata a c. 16r. Termine ante quem potrebbe essere l'Inventario del 1663 nel quale è riportato un generico "Libro d'Inni" (AOSMF, V-3-39, p. 29 n. 28; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369) "fatto di nuovo" entro il quale sarebbe un lettera M con una figura erroneamente identificata con san Martino vescovo di Tours. Nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 32; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376) ne vengono dati i contenuti e la segnatura H2 che segue la successione in lettere e numero all'interno dell'anno liturgico, mentre non è riportato nell'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378).
La seconda unità codicologica è invece posteriore al 1807, anno della canonizzazione di san Francesco Caracciolo la cui festa è riportata a c. 47r, e al 1839, anno della canonizzazione di sant'Alfonso Maria de' Liguori la cui festa è riportata a c. 61r. La miniatura della sezione cartacea, più tarda, riprende le tipologie decorative ottocentesche proprie della riscoperta del Medioevo che si ebbe agli inizi del XIX secolo.
Fonti
Riferimento: AOSMF, V-3-39, p. 29 n. 28
Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 32
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 15