s.l., n. 41
Graduale
Graduale per le Messe votive della Vergine dall'Avvento alla vigilia dell'Assunzione

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Carte
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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: s.l., n. 41

Segnatura vecchia: s.l.

Segnatura 1952: n. 41

Data: 1508 - 1526 (documentazione; forse datato 1540 a c. 14r)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo (cc. 1-14) e cartaceo (cc. 15-18)

Misure: mm 428 x 318 (c. 7r); mm 446 x 318 (c. 16r)

Carte: cc. III + 18 + III' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: moderna (sec. XX) a matita in cifre arabe nell’angolo superiore esterno

Fascicolazione: 1 (3), 2-5 (2), 6 (3), 7 (4), l’ultima carta del primo fascicolo è mancante, la prima carta del fascicolo 6 è mancante e con esso finisce la parte membranacea, il fascicolo 7 è cartaceo

Specchio scrittura: mm 12 [373] 43 x 45 [243] 30 (c. 7r); mm 12 [417] 17 x 40/8 [242] 28 (c. 16r); rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (c. 7r); rr. 37/ll. 6 + 6 tetragrammi (c. 16r)

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano nel corpo principale del testo (cc. 1r-14v), altra mano nel fascicolo cartaceo (cc. 15r-18r)

Legatura

mm 466 x 330 x 25; originale e di restauro; piatti in cartone rivestiti in pergamena, 5 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, eseguito presso l'Istituto per la Patologia del Libro di Roma, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 11 giugno 1997 - 12 dicembre 1997

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Durante l'intervento di restauro, eseguito grazie ai finanziamenti dell'Opera di Santa Maria del Fiore, è stato effettuato il controllo della numerazione, il fissaggio dei colori, lo stacco delle toppe e delle brachette dure; si è inoltre reso necessario lo spianamento delle carte, l'integrazione delle lacune e degli strappi con carta giapponese e la scucitura e rimozione con il bisturi delle carte bianche di interfogliamento che furono messe dopo l'alluvione. Sono stati effettuati il lavaggio in soluzione idroalcolica e l'ammorbidimento delle prime 14 carte membranacee, l'imbrachettatura delle carte, la ricucitura e rilegatura nella vecchia pergamena originale dopo la pulitura, lo spianamento e il suo restauro.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale figurata

6 iniziali decorate

Miniatura di penna:

66 iniziali filigranate

L’iniziale figurata è una semplice rubricata con decorazione fitomorfa e con una piccola stampa ritagliata applicata sul fondo.

Le iniziali decorate fogliate hanno il campo incorniciato in foglia d'oro e il corpo realizzato sempre in foglia d’oro; sul fondo ed entro il campo si trovano composizioni fitomorfe e floreali, in alcuni casi arricchite da stemmi.

Le iniziali filigranate (es. A(lleluia) di mm 45 x 55 a c. 4r) hanno il corpo azzurro o rosso, il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; 4 iniziali presentano una decorazione figurata sul fondo.

Alle cc. 15r-18r sono presenti 18 iniziali filigranate su fascicolo cartaceo.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 28) il manoscritto è datato al XVI secolo ma non ne sono indicati autore e provenienza.

La Tacconi (1999, p. 173-175) include il manoscritto nel nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526.

In questo codice, come in tutti quelli del ciclo cinquecentesco, compare lo Stemma di Firenze: la sua rappresentazione faceva parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città, la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Il Graduale è difficilmente rintracciabile all'interno degli Inventari del 1663 e del 1862, normalmente utilizzati come riferimento per i contenuti liturgici; forse corrisponde parzialmente al "Libro di tratti di Messe Votive" che doveva iniziare con "Veni sponsa Cristi", riportato nell'Inventario seicentesco (AOSMF, V-3-39, p. 38 n. 39). Il codice è invece identificabile nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 48; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376) dove viene catalogato con la segnatura in lettere Z2 che segue la successione all'interno dell'anno liturgico e dove ne viene data una descrizione della coperta originale "di asse e pelle rossa".

All’interno dell’iniziale filigranata A a c. 14r è un’iscrizione che riporta una data ora non ben leggibile; ad un primo sguardo sembrerebbe “1740” ma una così tarda datazione non troverebbe giustificazione in un codice che ha tutte le caratteristiche per essere collocato nel XVI secolo: ad una più attenta lettura la data potrebbe invece rivelarsi “1540”. Un contributo fondamentale potrebbe provenire dagli stemmi, purtroppo anch’essi ormai di difficile interpretazione; l’unico forse ancora leggibile è quello nell’iniziale V a c. 3r, di rosso al drago d’oro, che apparteneva al cardinale Ugo Buoncompagni eletto a tale carica nel 1565 e salito al soglio pontificio nel 1572 con il nome di Gregorio XIII; il futuro pontefice ebbe un ruolo di primo piano durante i lunghi anni del Concilio di Trento. Nello stemma sembra esserci un cappello, forse cardinalizio o vescovile (ora privo di colore), che potrebbe fornire i termini cronologici tra il 1542, anno in cui fu ordinato sacerdote, il 1558 in cui divenne vescovo di Vieste, il 1565 in cui divenne cardinale e il 1572. Di difficile lettura sono anche lo stemma papale, forse appartenente a Giulio III (1550-1555) ma troppo rovinato per poterne dare una corretta interpretazione, e lo stemma alle cc. 6v, 11r e 13r forse appartenente ad una Congregazione benedettina.

Nei documenti è registrato un pagamento del 1526 al miniatore Antonio di Girolamo (AOSMF, Deb. e Cred., II, VII-1-56, c. 222) per il "canto fermo della messa di nostra Dona" e, nel resoconto delle miniature, viene descritto il lavoro per "2 lettere di pennello [...] e lettere 66 di penna".

Le miniature trovano una corrispondenza abbastanza precisa con le iniziali contenute nel Corale s.l. n. 41 il quale contiene 7 iniziali con decorazioni molto stilizzate contenenti, quasi tutte, stemmi sul fondo, realizzati probabilmente in un secondo momento, mentre soltanto un paio delle iniziali hanno decorazioni più complesse realizzate a pennello; sono inoltre presenti 66 iniziali filigranate.

Allo stesso manoscritto potrebbe riferirsi anche un altro documento del 1527 relativo al pagamento dello scriba Filippo di Polidoro (AOSMF, Deb. e Cred., KK, VII-1-57, c. 66) "per ischrittura di 1° libro di 4 quaderni dove sono schritte et notate di chanto fermo 4 messe di nostra Donna": questi quattro quaderni, però, vennero pagati a una cifra inferiore rispetto agli altri componenti il ciclo. Il codice è composto di sole cc. 18, approssimativamente poco più di due quaderni o, come risulta ad oggi, rilegato in 7 fascicoli di 2, 3 e 7 carte: si presume quindi che fosse composto di fascicoli più piccoli, forse contenenti un numero inferiore di carte rispetto al quaderno. Per quanto riguarda i contenuti, il piccolo manoscritto contiene ben cinque brevi messe dedicate alla Vergine che ricoprono tutto l'anno liturgico, dall'Avvento a dopo la Pentecoste.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 28

Riferimento: AOSMF, V-3-39, p. 38 n. 39

Riferimento: AOSMF, VII-1-56, c. 222

Riferimento: AOSMF, VII-1-57, c. 66

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 48

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: p. 79 nn. 1835, 1838

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 175

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10