Q, n. 40
Graduale
Graduale per il Comune dei santi, per gli apostoli, un martire non pontefice, più martiri e una breve parte per il Proprio dei santi

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: Q, n. 40

Segnatura vecchia: Q

Segnatura 1952: n. 40

Data: 1603 - 1605 (cc. 1r, 26v, incipit a c. IIr e colophon a c. 155v)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 685 x 513

Carte: cc. II + 155 + II' (carte di guardia: cc. I, II' cartacee moderne; cc. II, I' membranacee antiche; c. I' numerata 156)

Numerazione: coeva (sec. XVII) in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine esterno (cc. 1r-148r); nelle ultime carte la numerazione moderna è a inchiostro nero (cc. 149r-156r)

Fascicolazione: 1 (9), 2-19 (8), 20 (4), la c. II è solidale al primo fascicolo, al fascicololo 20 finisce il testo; la c. I' è solidale all'ultimo fascicolo

Specchio scrittura: mm 53 [478] 154 x 70 [344] 99; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-150r, 153r-155v); incipit a c. IIr, il testo inizia a c. 1r; aggiunte al testo di una seconda mano (cc. 150v-152r), probabilmente del 1635 in riferimento alla data riportata nel fondo dell'iniziale H a c. 151r, e di una terza mano (c. 152r-v)

Legatura

mm 725 x 540 x 120; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni fitomorfe stilizzate; due bindelle con tenoni; puntali e 6 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 2 marzo 1995 - 18 ottobre 1995

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, realizzato grazie ai finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966, anche se, rispetto a molti altri manoscritti conservati in Archivio, il testo è ancora piuttosto leggibile; la pergamena si presenta di colore chiaro e l'inchiostro di una buona parte delle filigranate è in discreto stato di conservazione

Descrizione interna

Miniatura di penna:

1 iniziale filigranata in tecnica mista

209 iniziali filigranate

2 iniziali rubricate

L'iniziale in tecnica mista è realizzata utilizzando sia la penna e l'inchiostro azzurro e rosso, sia il pennello per i fregi fogliati.

Le 207 iniziali filigranate medie (es. A(lleluya) di mm 117 x 110 e mm 143 x 217 con i fregi a c. 40r) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio o grisaille con racemi, mascheroni e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate, clipei, decorazioni diamantate e nastriformi; in molte lettere la decorazione si sviluppa in una breve coda filiforme con fiorellini e boccioli; 17 filigranate hanno decorazioni figurate.

2 iniziali filigranate (cc. 6v, 140r) sono di misura grande; 1 iniziale filigranata è realizzata in tecnica mista (c. 1r); 2 rubricate successive (cc. 150v-152r).

Lettere grosse in inchiostro nero con racemi e testine caricaturali.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 23-24) il manoscritto è erroneamente datato al XVI secolo; successivamente è stata riportata la correzione a matita con la data 1605 presente nell'incipit a c. IIr e nel colophon a c. 155v dove lascia la sua firma lo scriba Paolo da Villa, frate francescano al quale, nell'Inventario, è attribuita anche la decorazione.

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.

Il Graduale Q, n. 40 è citato nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, p. 4 n. 3; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove ne è data una breve descrizione dei contenuti e delle iniziali che ancora oggi risultano tutte conservate; nell'Inventario è anche scritto che è stato fatto nel 1605 e che le carte erano al tempo 186: attualmente almeno trenta carte risulterebbero mancanti. Nell'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 16; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376) ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere Q che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, mentre non è riportato nell'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378), dove vengono proposte le attribuzioni ai vari miniatori, probabilmente perché non era ritenuta abbastanza interessante l'ormai tarda decorazione.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 23-24

Riferimento: AOSMF, V-3-39, p. 4 n. 3

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 16

Bibliografia

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10