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Miniature D.4, n. 36
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: D.4, n. 36
Segnatura vecchia: D.4
Segnatura 1952: n. 36
Data: 1543 - 1544 (1544: colophon a c. 169r)
Provenienza: Battistero
Materiale: membranaceo
Misure: mm 673 x 488
Carte: cc. I + 172 + I' (carte di guardia cartacee moderne)
Numerazione: coeva (sec. XVI) in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine superiore (cc. 2r-169r; c. 1 con numerazione moderna a matita; c. 42 numerata 50 e corretta a matita), numerazione moderna (sec. XX) a matita in cifre arabe al centro del margine superiore (cc. 170r-172r)
Fascicolazione: 1-20 (8), 21-22 (6)
Specchio scrittura: mm 65 [495] 113 x 63/9 [314] 10/92; rr. 30/ll. 5 + 5 tetragrammi
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-169r): incipit a c. 1r, il testo inizia a c. 1v, a c. 169r è presente il colophon, segno che probabilmente era quella la carta finale del manoscritto originario; aggiunta successiva (cc. 170r-172v); annotazioni con riferimento ad altra carta (cc. 59v, 83v, 103v)
Legatura
mm 744 x 535 x 115; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni fitomorfe stilizzate; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso
Restauri
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del primo intervento, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.
Data: 8 marzo 1979 - 18 gennaio 1980
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Al momento del restauro, realizzato grazie ai finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966
Descrizione interna
Miniatura di pennello:
2 iniziali istoriate
1 iniziale decorata
Miniatura di penna:
292 iniziali filigranate
Le iniziali istoriate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare una coda decorata con bottoncini dorati.
L'iniziale decorata è realizzata a tempera con il campo quadrangolare in foglia d’oro e il corpo decorato con foglie lanceolate; il fondo presenta anch’esso foglie e fiori.
Le iniziali filigranate (es. C(ognoverunt) di mm 100 x 100 a c. 35v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi, mascheroni e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate, clipei e decorazioni diamantate; alcune presentano misure leggermente superiori; 11 filigranate hanno decorazioni figurate.
6 iniziali filigranate (cc. 170r-172r) sono di mano successiva; 1 iniziale filigranata piccola (c. 110r).
Lettere grosse in inchiostro nero.
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 9) il manoscritto è datato al XVI secolo e le sue miniature sono erroneamente attribuite a Lorenzo Monaco.
La presenza del colophon a c. 169r ci testimonia che venne scritto nel 1544 dal frate Zanobi da Firenze, forse da identificarsi con lo scriba del Corale E.5, n. 35, mentre era nel convento di San Salvatore nei pressi di Firenze riferendosi, con ogni probabilità, a San Salvatore al Monte.
Il codice fa parte del nucleo proveniente dal Battistero di San Giovanni, commissionato dall'Arte di Calimala il cui stemma è rappresentato all'interno di alcune iniziali.
Fonti
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 9