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Miniature E.5, n. 35
Caratteristiche codicologiche
Segnatura: E.5, n. 35
Segnatura vecchia: E.5
Segnatura 1952: n. 35
Data: 1544 - 1545 (1545: colophon a c. 163v)
Provenienza: Battistero
Materiale: membranaceo
Misure: mm 663 x 475
Carte: cc. II + 174 + I' (carte di guardia: cc. I e I' cartacee moderne, c. II membranacea antica)
Numerazione: antica in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine superiore (cc. 2r-163r; c. 1 non numerata; c. 33 ripetuta due volte, la numerazione salta il 35 per poi proseguire correttamente dal 36, segnato a matita), numerazione moderna (sec. XVII) in cifre arabe a penna e inchiostro sul verso della c. 164, numerazione moderna (sec. XX) a matita al centro del margine esterno (cc. 165r-166r) e superiore (cc. 167r-174r)
Fascicolazione: 1 (8), 2 (4), 3-19 (8), 20 (4), 21 (8), 22 (4), 23-24 (5), il fascicolo 23 è un ternione mancante dell'ultima carta, il fascicolo 24 è un quaderno al quale è solidale l'ultima carta
Specchio scrittura: mm 55 [490] 118 x 57/9 [318] 11/80; rr. 30/ll. 5 + 5 tetragrammi
Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso
Scrittura
Littera textualis di una sola mano nel corpo principale del testo (cc. 1v-163v): il testo inizia a c. 1v, a c. 163v è presente il colophon, segno che era quella la carta finale del manoscritto originario; aggiunte successive della fine del sec. XVII (cc. 164r-165r, 167r-174r); cc. 165v-166v bianche; aggiunta al testo (c. 159v) e annotazione con riferimento ad altra carta (c. 154v)
Legatura
mm 715 x 520 x 110; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni fitomorfe stilizzate; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso
Restauri
Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969
Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano
Note: Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.
Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975
Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma
Note: Al momento del primo intervento, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.
Data: 27 aprile 1990 - 2 agosto 1991
Laboratorio: Ditta Masi
Note: Al momento del restauro, realizzato grazie ai finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.
Stato di conservazione
Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966: alcune pagine, in particolare le prime (cc. 1-11), hanno subìto ampie perdite nella metà inferiore che è stata ampiamente reintegrata con carta giapponese
Descrizione interna
Miniatura di penna:
263 iniziali filigranate
98 iniziali rubricate
Il codice non presenta iniziali miniate di pennello.
Le iniziali filigranate (es. I(n deo) di mm 102 x 92 a c. 51v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi, mascheroni e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate, clipei e decorazioni diamantate; 7 filigranate hanno decorazioni figurate.
13 iniziali filigranate (cc. 164r-173r) sono di mano successiva; 98 iniziali rubricate.
Lettere grosse in inchiostro nero.
Notizie storico-critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 10) il manoscritto è datato al 1545 ed è attribuito, per quanto riguarda la scrittura, al frate Zanobi da Firenze (come riportato nel colophon a c. 163v).
Il codice fa parte del nucleo commissionato dall'Arte di Calimala e proveniente dal Battistero di San Giovanni.
Fonti
Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 10