I.9, n. 33
Graduale
Graduale per il Comune dei santi e una parte per il Proprio dei santi

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: I.9, n. 33

Segnatura vecchia: I.9

Segnatura 1952: n. 33

Data: 1500 - 1599 (aggiunte del sec. XVIII)

Provenienza: Battistero

Materiale: membranaceo

Misure: mm 623 x 445

Carte: cc. I + 190 + I' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: antica in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine superiore (cc. 2r-160r; c. 1 non numerata; c. 126 bis), numerazione moderna di modulo piccolo in cifre romane a penna e inchiostro nero nella stessa sede (cc. 161r-162r), numerazione moderna (fine sec. XVII) di modulo piccolo in cifre arabe a penna e inchiostro nero nella stessa sede (cc. 163r-164r, 167r-168r, 173r), numerazione moderna in cifre romane a penne e inchiostro rosso nella stessa sede (cc. 165r-166r, 169r-172r), numerazione moderna (sec. XX) a matita in cifre arabe nella stessa sede (cc. 174r-189r)

Fascicolazione: 1-15 (8), 16 (9), 17-23 (8), 24 (5): nel fascicolo 16 c. 126 bis aggiunta, il fascicolo 24 è un ternione mancante dell'ultima carta

Specchio scrittura: mm 44 [505] 74 x 62/9 [318] 11/45; rr. 30/ll. 5 + 5 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano nel corpo principale del testo (cc. 1v-126v, 127r-154v, 156r-160v); aggiunte successive (cc. 126 bis, 155r-v, 161r-172v del 1683 come segnato nell'iniziale I a c. 170v) e altra mano della fine del XVII secolo che potrebbe essere la stessa presente nel Graduale F.6 n. 32 (cc. 173r-180v), altre mani posteriori (cc. 181r-183v, 184r-189r); aggiunta al margine del testo (c. 90r)

Legatura

mm 670 x 475 x 130; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni fitomorfe stilizzate; due bindelle con tenoni; puntali e 6 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo intervento di restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 13 settembre 1979 - 16 aprile 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, realizzato grazie ai finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966: alcune pagine hanno subìto ampie perdite nella metà inferiore che è stata completamente reintegrata con carta giapponese (cc. 92-102, 116-126): in tutto il codice, l'angolo inferiore esterno risulta comunque la parte più ampiamente danneggiata e reintegrata

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

2 iniziali figurate

2 iniziali decorate

Miniatura di penna:

294 iniziali filigranate

17 iniziali rubricate

L'iniziale figurata a c. 1v è caratterizzata dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare una breve coda. L'iniziale settecentesca ha il campo delimitato a pennello e il fregio fiorito su fondo anch'esso realizzato a tempera.

Le iniziali decorate, contenute nella parte seicentesca del codice, sono realizzate con il campo in oro disteso a pennello e fregi a tempera.

Le iniziali filigranate (es. Q(ui) di mm 105 x 105 a c. 25r) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi, mascheroni e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate, clipei acquerellati e decorazioni diamantate realizzate a tempera; 1 filigranata è di misura grande (mm 150 x 145 a c. 91v); 5 filigranate hanno decorazioni figurate:

22 iniziali filigranate grandi (cc. 126r-v bis, 161r-172v, 173r-180v, 181v-189r), 2 piccole (c. 126r-v bis) e 17 rubricate (cc. 155r, 161r-172v) sono di mano successiva.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 16) il manoscritto è datato al XVI secolo.

Il codice fa parte del nucleo proveniente dal Battistero di San Giovanni commissionato dall'Arte di Calimala come ricorda lo stemma al suo interno (c. 173r). Le iniziali filigranate alle cc. 173r-180v sembrerebbero realizzate dalla stessa mano seicentesca intervenuta nel Graduale F.6, n. 32. La mano che ha realizzato la miniatura a c. 173r con San Felice potrebbe essere la stessa delle miniature dei Corali F.6, n. 32; Cor. H.8, n. 45; Cor. U, n. 46; Cor. X, n. 47 che riportano tutte datazioni riferibili agli anni '30-'40 del Settecento e che potrebbe essere identificata con quella di Giovanni Pietro Benini che firma il Corale U n. 46 a c. IIr identificandosi come scrittore e decoratore.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 16

Bibliografia