P, n. 29
Antifonario
Antifonario per il Comune dei santi, per i confessori non pontefici, le vergini, i martiri e la dedicazione della chiesa

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: P, n. 29

Segnatura vecchia: P

Segnatura 1952: n. 29

Data: 1508 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 707 x 524

Carte: cc. I + 181 + I' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: numerazione moderna a penna e inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno (cc. 1r-181r) che prosegue anche nei fascicoli con i testi successivi (posteriore alle aggiunte).

Fascicolazione: 1-18 (8), 19-20 (6), 21 (4), 22-23 (6), 24 (5), 25 (4); i fascicoli dal 20 in poi sono aggiunti, dal 22 sono posteriori al 1663

Specchio scrittura: mm 75 [490] 142 x 90/9 [296] 9/120; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano nel corpo di testo originale (cc. 1r-150v, la stessa mano sembra tornare alle cc. 167r-181r); presenza di una seconda mano che riscrive i testi abrasi alle cc. 94r-95v, 134r-135r, 136v-141r, 144r-147v, 150v-152v; presenza di una terza mano successiva nei testi aggiunti alle carte cc. 153r-166v; aggiunte ai testi e alle rubriche alle cc. 24r, 30v, 33r, 73v, 75r (con riferimento "a c. 166"), 104r, 126r, 134r

Legatura

mm 760 x 550 x 140; di restauro; assi rivestite di cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo e decorazioni a incisione; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice "Antiphonarium comune confessoris non pontificis virginis et martyris consacrationis ecclesie tempore paschali. Ar. 7 Sc. 2"; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo intervento di restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 16 dicembre 1983 - 11 ottobre 1984

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del successivo restauro, realizzato grazie ai finanziamenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato poiché parzialmente danneggiato in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale istoriata

5 iniziali figurate

5 iniziali decorate

Miniatura di penna:

255 iniziali filigranate

14 iniziali rubricate

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati e, in alcuni casi, delimitato entro cornici in foglia d'oro. In un solo caso, l'iniziale figurata è realizzata a penna.

Le iniziali decorate sono realizzate a tempera con il campo quadrangolare in foglia d’oro, il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda ornata con fregetti a penna e bottoncini dorati, il fondo presenta anch’esso foglie e fiori.

Le iniziali filigranate (es. L(audemus) di mm 113 x 103 a c. 65v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi, fiori e nastri; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno clipei e brevi code fiorite realizzate anch'esse a penna; 6 hanno decorazioni figurate sul fondo.

11 sono state aggiunte in epoca successiva (cc. 150v, 153r-156r, 161r-167r).

Tra le iniziali filigranate, 28 sono di misura piccola (cc. 137v-138r, 141r-150v) e 7 aggiunte successivamente (cc. 156v-158r) con il corpo azzurro o rosso e il campo e il fondo di colore opposto con decorazioni fitomorfe stilizzate (mm 60 x 60 ca.); il codice contiene anche 14 iniziali rubricate rosse e azzurre di epoca successiva (cc. 94r-v, 151v-152v, 158v-160r, 164v-165r).

Lettere grosse in inchiostro nero. 

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 23) il manoscritto è datato al XVI secolo e le attribuzioni seguono quelle del Milanesi (1850, p. 204) e del D’Ancona (1914, II, p. 543 n. 1074) a Frate Eustachio, con l'ulteriore proposta alla "mano barocca" di Giovanfrancesco di Mariotto.

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dello Stemma di Firenze, invece, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città, la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 11-12 n. 10; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 15; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario P, n. 29, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, sebbene la figura a c. 1r, rappresentante san Zanobi, sia stata descritta nel 1663 come "Santo Abbate"; la numerazione delle carte è posteriore al 1663 poiché nell'Inventario è scritto che "non è carteggiato" e che è costituito di "cento sessanta" carte, per cui almeno 20 carte sono state aggiunte successivamente; il codice nel 1822 era inventariato come P e l'attribuzione delle miniature, che già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era riferita a Frate Eustachio per quanto riguarda le miniature alle cc. 1r, 5r, 38r, 77v mentre quella a c. 140v è attribuita a Monte di Giovanni.

Il Milanesi, infatti, attribuisce a quest'ultimo la miniatura di penna con San Zanobi, eseguita con la tecnica a inchiostro più volte utilizzata dall'artista nei codici da lui realizzati ma descritta "solamente preparata" (così anche nell'Inventario del 1958); in realtà non è incompleta ma, come molte altre miniature del ciclo liturgico, rispecchia la tecnica a penna e inchiostro monocromo.

Tuttavia, la miniatura del codice fu, nel suo complesso, commissionata a Frate Eustachio come dimostrerebbe un documento del 1535 (AOSMF, Deb. e Cred., NN, VII-1-60, c. 234) relativo al pagamento "per più storie et lettere di pennello et penna fatte a 1° libro chiamato chomune de' confexxori che comincia Euge serve bone", identificabile con il Corale P, n. 29 che riporta tale incipit a c. 5r.

Dal punto di vista liturgico, il Corale contiene, a c. 104r, la festa dedicata al titolo presbiteriale istituito da papa Leone X il 6 luglio 1517 quando, in occasione del concistorio del 1 luglio, incrementò notevolmente il numero dei cardinali. Il cardinale è titolare della basilica romana di San Giovanni a Porta Latina, dedicata al santo apostolo ed evangelista e sorta nei pressi del luogo del martirio; l'altra festa inerente a San Giovanni a Porta Latina, riportata a c. 155r, è riferita, infatti, a san Giovanni evangelista. La festa costituisce anche il termine post quem del 1517 per le aggiunte al testo, che potrebbero essere modifiche apportate proprio durante gli anni della realizzazione del ciclo.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 23

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 11-12 n. 10

Riferimento: AOSMF, VII-1-60, c. 234

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 15

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-173, 204 n. XVII, 338 n. XI

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 543 n. 1074

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 233

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10