V, n. 28
Graduale
Graduale per le Messe votive

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: V, n. 28

Segnatura vecchia: V

Segnatura 1952: n. 28

Data: 1525 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 682 x 506

Carte: cc. II + 164 + I' (c. 110 bis; guardie: cc. I, I' cartacee moderne, c. II membranacea antica, numerata c. 1, con rubrica)

Numerazione: moderna a penna e inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno (cc. 1r-164r), che prosegue anche nei fascicoli con i testi successivi; c. 110 ripetuta due volte; le carte nelle quali la numerazione non è più ben visibile sono numerate in cifre arabe a matita

Fascicolazione: 1 (9), 2-4 (8), 5 (9), 6-13 (8), 14 (5), 15-16 (8), 17 (7), 18-20 (8), 21 (7); c. II pertinente al fascicolo 1; fascicoli 15-21 posteriori

Specchio scrittura: mm 70 [477] 135 x 92 [288] 126; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-39v, 41r-109v) nel corpo di testo originale; seguono alcuni fascicoli aggiunti in momenti diversi i cui testi sono stati scritti da più mani: c. 40r-v (aggiunta cartacea), c. 110 bis (aggiunta), seconda mano (cc. 109v-110v), terza mano (cc. 111r-120v), quarta mano (cc. 121r-125v: cambia anche lo specchio di scrittura con rr. 30/ll. 5 + 5 tetr.), quinta mano (cc. 126r-140v: fascicolo forse proveniente da altro codice facente parte del ciclo; alcune carte sono numerate nell'angolo inferiore esterno: 6, 8, 10-12), sesta mano (cc. 141r-151v: anche queste carte potrebbero provenire da un altro codice del ciclo), settima mano (cc. 152r-164v); aggiunte alle cc. 8v, 17v, 45r, 47v, 56r, 67v, 77r, 80r-v, 82v, 83v, 88v, 89r, 111r, 112r, 115v, 126r

Legatura

mm 730 x 540 x 125; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale in ottone polilobati con borchia centrale a sbalzo, decorazioni a incisione e gigli; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice "Graduale Misse votive/ a.3 s.4"; due bindelle con tenoni; puntali e 8 nervi sul dorso

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del primo restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 11 ottobre 1984 - 19 marzo 1986

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate e mancanti di pezzi, fragili, corrose da muffa e attaccate tra loro; durante l'intervento si è resa necessaria la completa scucitura, lo stacco, per mezzo del bisturi, delle carte bianche di interfogliamento che furono messe dopo l'alluvione e il fissaggio del colore. Tutte le carte sono state lavate, ammorbidite, stirate e imbrachettate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese; è stata effettuata una nuova cucitura come da origine, la rilegatura in tutta pelle nuova con assicelle interne, sono state riportate le vecchie borchie ed i bulloni dopo la pulitura; infine, sono state rifatte le due bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all'alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale istoriata

3 iniziali figurate

6 iniziali decorate

162 iniziali geometriche

Miniatura di penna:

65 iniziali filigranate

5 iniziali rubricate

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati e, in alcuni casi, delimitato entro cornici in foglia d'oro.

Le iniziali decorate fogliate sono realizzate a tempera, hanno il campo quadrangolare in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda e il fondo presenta anch’esso foglie, stemmi o putti; i colori utilizzati sono per la maggior parte azzurro, rosa, verde, giallo e nero.

Le iniziali decorate di tipo geometrico (es. S(anctus) di mm 102 x 100 a c. 97r) sono realizzate a tempera con il corpo in foglia d’oro, il campo e il fondo sono campiti, in varie combinazioni, nei colori rosso, azzurro e verde in modo partito, troncato o tagliato e sono decorati con sottili cirri gialli o bianchi. Nel fondo dell'iniziale a c. 92r è l'iscrizione in capitali gialle "Ave/ Maria/ gratia plena/ dominus tecum/ benedicta in/ mulieribus/ et benedictus/ fructus ve/ntris tui/ Iesus".

Le iniziali filigranate (es. I(lluxerunt) di mm 118 x 115 a c. 111r), realizzate da almeno due diverse mani, hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno clipei acquerellati: queste iniziali sono soltanto alle cc. 111r-115r; altre lettere sono state realizzate da una mano incerta e successiva (cc. 152r-162v); il codice contiene anche 5 iniziali rubricate rosse e azzurre di epoche diverse (cc. 40r, 164r-v).

Lettere grosse in inchiostro nero con testine.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 27) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Giovanfrancesco di Mariotto con riferimento al Milanesi (1850, p. 207) e al D’Ancona (1914, pp. 543-544 n. 1075).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dello Stemma di Firenze, invece, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città, la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 9-10 n. 8; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 21; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale V, n. 28, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate ma nel 1663 era segnalata la mancanza della c. 98 che, secondo la moderna numerazione, corrisponderebbe all'attuale carta 99: in essa, al posto delle iniziali decorate sono presenti iniziali rubricate rosse realizzate da una mano posteriore; nel 1822 il codice era inventariato come V e l'attribuzione delle miniature, che già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era ricondotta a "Giovanni Francesco di Mariotto fiorentino".

L'attribuzione è supportata dalla corrispondenza con i documenti relativi ai pagamenti del miniatore registrati nel 1525 (AOSMF, Deb. e Cred., HH, VII-1-55, c. 216) e nel 1525-1526 dove viene citato il "Graduale delle messe votive" (AOSMF, Deb. e Cred., II, VII-1-56, c. 64). Nel resoconto delle miniature viene descritto il lavoro per "uno principio [...] e 3 lettere grande con fighure [...] e 7 lettere di pennello [...] e 163 lettere".

Le miniature trovano una corrispondenza abbastanza precisa con le iniziali contenute nel Graduale V, n. 28 il quale contiene una iniziale istoriata grande S a c. 2r con la Pentecoste, tre iniziali figurate: B a c. 13v con la Trinità, N a c. 21r con la Croce e S a c. 30v con la Madonna col Bambino; 6 iniziali decorate di pennello e numerose iniziali realizzate a penna. 

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, p. 27

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 9-10 n. 8

Riferimento: AOSMF, VII-1-55, c. 216

Riferimento: AOSMF, VII-1-56, c. 64

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 21

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 207-208 n. XX, 339 n. XIII

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 543-544 n. 1075

Sigla: Levi D'Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 139-142

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 77, 79 nn. 1827, 1834

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 175

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10