G, n. 22
Antifonario
Antifonario per il Proprio del tempo dal lunedì della Settimana Santa al Sabato Santo

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: G, n. 22

Segnatura vecchia: G

Segnatura 1952: n. 22

Data: 1508 - 1525 (c. 25v; documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 717 x 529

Carte: cc. II + 153 + I' (carte di guardia: cc. I, I' cartacee moderne, c. II membranacea originale)

Numerazione: a penna e inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno di modulo piccolo (post 1663); c. 33 erroneamente segnata 23; in alcune carte è visibile la numerazione guida (es. cc. 71r-73r bis e 89r numerate a penna nell'angolo inf. est: k1, k2, k3, k4 e m4)

Fascicolazione: 1 (9), 2 (7), 3-4 (8), 5 (7), 6-18 (8), 19 (5), 20 (6); c. I legata al fasc. 1; al fasc. 2 tra le cc. 11 e 12 e al fasc. 5 tra le cc. 32 e 33 probabile mancanza di una carta asportata precedentemente la numerazione del codice, fasc. 20 aggiunto

Specchio scrittura: mm 80 [490] 147 x 90/8 [302] 8/121; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-147r); annotazioni di carattere liturgico al margine delle cc. 72v, 97r; aggiunta musicale alle cc. 85v-86r; rubrica-guida nel margine interno a c. 109v; presenza di una seconda mano, successiva (cc. 148r-152v) per un testo aggiunto

Legatura

mm 765 x 555 x 115; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia centrale a sbalzo, decorazioni circolari e gigli incisi agli angoli; sul piatto posteriore, cartellino con i contenuti del codice: "Antiphonarium a feria II maioris Hebdomade usque ad Sabbatum Sanctum"; due bindelle con tenoni; 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Inizialmente, il codice giunse all'Istituto Restauro Scientifico del Libro di Roma e, nel preventivo del 4 giugno 1977, si legge che le pagine, attaccate tra loro per il fango, presentavano grinze, pieghe, lacerazioni, ossidazione dell'inchiostro, distacco del colore, cuciture logore; erano inoltre presenti le carte di interfogliamento. Il codice necessitava di pulitura, umidificazione, distacco delle pagine, rimozione del fango, fissaggio delle miniature, lavaggio delle carte con alcool etilico, spianamento e stiratura, integrazioni, una nuova cucitura e legatura in tutta pelle. In questa prima occasione, vennero invece eseguiti solo alcuni sommari interventi, come l'arresto del processo di decomposizione, che risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, eseguito presso l'Istituto per la Patologia del Libro di Roma, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi. Dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 13 settembre 1979 - 16 aprile 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato; ridotte perdite riportate in seguito all'alluvione del 1966 poiché l'acqua sembra aver raggiunto soltanto il margine superiore delle carte

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

3 iniziali istoriate

1 iniziale figurata

7 iniziali decorate

Miniatura di penna:

182 iniziali filigranate

Le iniziali figurate e le istoriate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro e dal corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati. Il corpo, particolarmente quello delle istoriate, prende la forma di cornucopie, corni e animali misteriosi animando le pagine di tutto l'immaginario fantastico del miniatore.

Le iniziali decorate fogliate medie (es. C(alicem salutaris) di mm 140 x 140; mm 495 x 215 con la coda a c. 73r bis) hanno il campo in foglia d'oro e il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda.

Le iniziali filigranate (es. P(ropter) di mm 125 x 110 a c. 137v) hanno il corpo azzurro o rosso con decorazioni a risparmio geometriche o con racemi; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo, presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o decorazioni diamantate e cornici realizzate a tempera. Alle cc. 145r-146r sono presenti 6 iniziali filigranate piccole; le 6 iniziali filigranate alle cc. 148r-152r sono invece di epoca successiva.

Lettere grosse in inchiostro nero.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 12-13) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Frate Eustachio (al secolo Tommaso di Baldassarre) dal Milanesi (1850, p. 198) e dal D’Ancona (1914, vol. II, p. 815 n. 1607).

Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, protettrice dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 27-28 n. 26; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 7; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda l'Antifonario G, n. 22, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate e che la numerazione è posteriore al 1663, che nel 1822 era inventariato come G e che l'attribuzione a Frate Eustachio già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.

La datazione dell'illustrazione del codice può restringersi agli anni intorno al 1525 grazie all'iscrizione nella Tabella presente a c. 45v al cui interno è riportato l'anno "MDXXV".

La Garzelli (1985, pp. 347-349) inserisce il miniatore tra gli ultimi seguaci di Monte di Giovanni, in particolare per quanto riguarda l'impianto decorativo della pagina organizzato in fasce ornate da grottesche, ma ne distingue la sua peculiarità nella scelta di rappresentare le scene come fossero "quadri" di piccolo formato accostati alle iniziali o al loro interno, animati da una narrazione particolarmente dinamica. Le capacità narrative di Frate Eustachio, infatti, si esprimono soprattutto nelle scene, come la Cattura di Cristo a c. 79r e la Processione verso il Calvario a c. 111v, in cui più episodi sono rappresentati simultaneamente senza separazioni spazio-temporali ma come fatti che accadono nell'istante immortalato come in una sacra rappresentazione.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 12-13

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 27-28 n. 26

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 7

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-165, 172-173, 198 n. IX, 338 n. XI

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, p. 815 n. 1607

Sigla: Levi D’Ancona | 1962

Riferimento: M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo. Documenti per la storia della miniatura, Firenze 1962

Pagine: pp. 247, 249

Sigla: Garzelli | 1985

Riferimento: A. Garzelli, Le immagini, gli autori, i destinatari, in Miniatura fiorentina del Rinascimento: 1440-1525. Un primo censimento, a cura di A. Garzelli, I, Firenze 1985

Pagine: pp. 347-349

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 231

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10