G.2, n. 16
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dalla nona domenica dopo la Pentecoste all'Avvento escluso

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: G.2, n. 16

Segnatura vecchia: G.2

Segnatura 1952: n. 16

Data: 1508 - 1526 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 683 x 500

Carte: cc. I + 151 + I' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: coeva a penna a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine esterno; in diverse carte, successiva in cifre romane nere utilizzata anche per alcune correzioni

Fascicolazione: 1-18 (8), 19 (7)

Specchio scrittura: 71 [478] 134 x 92 [292] 116; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-150r), probabile presenza di una seconda mano successiva (cc. 150r-151r)

Legatura

mm 740 x 525 x 110; moderna; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: fornimento centrale e cantonali polilobati in ottone, tutti con decorazioni concentriche fitomorfe stilizzate e gigli incisi; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice: "Gradualis ab dominica IX post penthecosten ad adventum"; due bindelle con tenoni; 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 13 settembre 1979 - 16 aprile 1980

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali e i chiodi originali, infine sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

18 iniziali figurate

1 iniziale decorata

Miniatura di penna:

167 iniziali filigranate

Le iniziali figurate e l'iniziale decorata sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.

Le iniziali filigranate (es. B(enedictus) di mm 107 x 104 a c. 96v) hanno il corpo azzurro o rosso con decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e hanno decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o decorazioni diamantate e cornici realizzate a tempera; alcune hanno brevi code con fiorellini ad inchiostro. Le due iniziali alle cc. 150r-v sono di una seconda mano successiva; 12 iniziali hanno decorazioni figurate sul fondo.

Lettere grosse in inchiostro nero, in alcuni casi con decorazioni a racemi. 

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (pp. 13-14) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Monte di Giovanni, con l'intervento di un mediocre collaboratore nella miniatura a c. 62r, in riferimento alle proposte avanzate dal Milanesi (1850, p. 208) e dal D’Ancona (1914, II, pp. 688-689 n. 1418). Attualmente risulta difficile distinguere la mano del maestro da quella dell'eventuale collaboratore a causa del cattivo stato di conservazione del codice, giunto nello stato attuale in seguito all'alluvione del 1966; inoltre, già nell'Inventario del 1958 era stato registrato il deterioramento delle miniature alle cc. 1r, 15v, 33r, 62r, 105v, 113r, 119r.

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 10-11 n. 9; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 31; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale G.2, n. 16, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le miniature e di tutte le carte, che era inventariato come G2 e l'attribuzione delle miniature, che nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era ricondotta a Monte di Giovanni.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 13-14

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 10-11 n. 9

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 31

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 208-209 n. XXII, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 688-689 n. 1418

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University, 1999

Pagine: p. 174

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10