A.2, n. 15
Graduale
Graduale per il Proprio del tempo dalla prima domenica d'Avvento all'Epifania esclusa

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: A.2, n. 15

Segnatura vecchia: A.2

Segnatura 1952: n. 15

Data: 1515 - 1519 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 692 x 508

Carte: cc. I + 125 + I' (carte di guardia cartacee moderne)

Numerazione: coeva a penna a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine esterno (cc. 1r-119r), successiva in cifre romane nere (cc. 120r-124r), moderna a matita in cifre arabe al centro del margine esterno

Fascicolazione: 1-15 (8), 16 (5)

Specchio scrittura: 77 [466] 149 x 71 [10/305] 122; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-119v), probabile presenza di una seconda mano successiva per alcune parti di testo riscritte (cc. 119v-124v)

Legatura

mm 748 x 535 x 110; moderna; assi rivestite in cuoio marrone; su entrambi i piatti: fornimento centrale e cantonali polilobati in ottone, tutti con decorazioni concentriche fitomorfe stilizzate e gigli incisi; cartellino sul piatto posteriore con i contenuti del codice, quasi del tutto evaniti: "[...] Epiphanie [...]"; due bindelle con due tenoni; 8 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 7 dicembre 1978 - 13 settembre 1979

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi. In generale, durante quest'ultimo intervento, è stato eseguito il controllo della numerazione, l'incisione con bisturi della cucitura, il distacco delle sezioni con stecca d'osso, la sfascicolazione dei quaderni, la loro scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte membranacee sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate, riformando i quaderni come in origine. Infine, il codice è stato ricucito "alla cappuccina" con otto corde doppie, rilegato in tutta pelle di vitello nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi gli angoli, le placche centrali, i chiodi originali e sono state rifatte le bindelle.

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

3 iniziali istoriate

7 iniziali figurate

6 iniziali decorate

Miniatura di penna:

161 iniziali filigranate

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.

Le iniziali decorate fogliate hanno il corpo decorato con sottili cirri bianchi e foglie lanceolate che vanno a formare la coda; sul fondo sono racemi, fiori e candelabre.

Le iniziali filigranate (es. O(stende) di mm 107 x 107 a c. 28r) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e hanno decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o decorazioni diamantate realizzate a tempera; alcune hanno brevi code con fiorellini. Le 8 iniziali alle cc. 119v-124r potrebbero essere di una seconda mano forse successiva; 9 iniziali hanno decorazioni figurate sul fondo.

Lettere grosse in inchiostro nero, in alcuni casi con decorazioni a racemi. 

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (pp. 4-5) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Monte di Giovanni con riferimento al Milanesi (1850, pp. 193, 333) e al D’Ancona (1914, II, pp. 684-685 n. 1411) che vi ravvisarono anche la mano di un mediocre collaboratore il cui intervento sarebbe individuabile nelle ultime miniature alle cc. 93v, 101v e 113v. Attualmente le condizioni delle miniature del codice sono piuttosto cattive, a causa delle pesanti perdite di colore causate dall'alluvione, pertanto non è possibile valutare l'intervento delle diverse mani. Nell'Inventario del 1958 è inoltre registrata la già cattiva conservazione delle iniziali alle cc. 7r, 60v, 113v.

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 21-22 n. 20; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 25; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni dei soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale A.2, n. 15, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le miniature ma il papa raffigurato a c. 113v era identificato con san Pietro; era inventariato come A2 e l'attribuzione delle miniature, che nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era ricondotta a Monte di Giovanni aiutato da una "ignota mano". Inoltre, sappiamo che la miniatura raffigurante la Natività di Cristo a c. 73r era stata riprodotta nell'Album Calligrafico. Trattato pratico dell'arte del bello scrivere con quaranta tavole scritte e delineate da Giuseppe Bertolla stampato a Lucca dalla Tipografia Giusti nel 1840 e nell'Alfabeto d'Iniziali tratte dai Libri corali di Siena, da quelli del Duomo e della Chiesa di S. Marco di Firenze, incise da Giròlamo Scotto, 1844 (Milanesi 1850, p. 194 nt. 1).

Possiamo restringere la datazione del codice agli anni compresi tra il 1515 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale, pagato durante il provveditorato di Giovanni Cappelli. La scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono all'opera del monaco camaldolese Filippo di Polidoro (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 61, 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33); il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio terminate nel 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati tra il 1517 e il 1518 da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86); infine, numerosi documenti sono inerenti alle commissioni tra il novembre 1513 e il giugno 1515 (AOSMF, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 160; AOSMF, Quad. di cassa, CXXX, VIII-1-130, c. 50; AOSMF, Stanz., 1514-1522, II-4-24, cc. 5, 10, 13) e al pagamento, protrattosi fino al 1521, delle miniature realizzate da Monte di Giovanni tra il 1 luglio 1515 e il giugno 1519 per cinque "antifanali" (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 129t-131; AOSMF, Memoriale seg. D., 1516-1524, II-4-25, c. 63t; AOSMF, Deb. e Cred., FF, VII-1-53, c. 50) identificabili con il Kyriale K.2 L.2, n. 10, il Graduale R, n. 13, l'Antifonario O, n. 23, il Graduale A.2, n. 15 e, in particolare per un documento del febbraio 1519, il Graduale E.2, n. 7 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 78t).

Proprio nel resoconto delle miniature viene descritto il lavoro per un "libro dell'Avvento" contenente: "Uno principio dina[n]zi chon più fighure e l'arme dell'arte dappiè [...] 12 lettere di pennello [...] 154 lettere di penna rosse et azurre [...] 3 lettere con tre istorie alle tre messe della Pasqua di Natale [...] più lettere di penna tratteggiate alle robriche de libro"; inoltre, è scritto che il miniatore si occupò anche della segnatura delle carte a penna e inchiostro rosso.

Le miniature trovano una corrispondenza abbastanza precisa con quelle contenute nel Graduale A.2, n. 15: in esso, infatti, sono presenti una iniziale figurata A a c. 1r con Dio Padre benedicente David orante e un santo, lo Stemma dell'Arte della Lana e il Monogramma dell'Opera; 12 iniziali di pennello, in parte figurate e decorate; tre iniziali istoriate alle cc. 60v, 66v, 73r con la Natività di Cristo, l'Annuncio ai pastori e un'altra Natività di Cristo; 161 iniziali filigranate.

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 4-5

Riferimento: AOSMF, II-4-6, cc. 96, 129t-131

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 21-22 n. 20

Riferimento: AOSMF, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 25

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 193-194 n. II, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 684-685 n. 1411

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 70-75 nn. 1806-1807, 1814

Sigla: Tacconi | 1999

Riferimento: M. S. Tacconi, Liturgy and Chant at the Cathedral of Florence: A Survey of the Pre-Tridentine Sources (Tenth-Sixteenth Centuries), Ph. D. Dissertation, Yale University 1999

Pagine: p. 173

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: p. 10