R, n. 13
Graduale
Graduale, preceduto dalla Tabula, con il Comune dei santi, san Zanobi e santa Reparata, per i confessori pontefici e non pontefici, le vergini, i martiri, la dedicazione della chiesa e l'Ufficio per i defunti

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Caratteristiche codicologiche

Segnatura: R, n. 13

Segnatura vecchia: R

Segnatura 1952: n. 13

Data: 1513 - 1519 (documentazione)

Provenienza: Duomo

Materiale: membranaceo

Misure: mm 676 x 495

Carte: IV + 164 + I' (carte di guardia: I, I' cartacee moderne; II-IV membranacee antiche con numerazione moderna I-III a matita in cifre romane al centro del margine esterno)

Numerazione: coeva in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine esterno (cc. 1r-147r), moderna a matita in cifre arabe al centro del margine esterno (cc. 147.1r-147.10r cart.), in cifre romane nere (cc. 148r-154r).

Fascicolazione: 1-12 (8), 13-14 (7), 15 (4), 16 (6), 17-19 (8), 20 (3), 21 (4), 22 (6), 23 (7)

Specchio scrittura: mm 51 [483] 142 x 97 [326] 72; rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi

Notazione musicale: quadrata nera su tetragramma rosso

Scrittura

Littera textualis di una sola mano (cc. Ir-IIv, 1r-119r); in alcune carte l'inchiostro è ripassato (es. cc. 32v-33r); presenza di altre mani, probabilmente successive, alle cc. 120r-128r, cc. 128v-147r, 148v-154v e nei fogli cartacei (cc. 147.1r-147.10v); annotazione marginale di carattere liturgico a c. 51v

Legatura

mm 730 x 530 x 130; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone; in entrambi i piatti: angoliere e rosone centrale polilobati in ottone, i fornimenti posteriori hanno decorazioni concentriche fitomorfe stilizzate; due bindelle con tenoni, 7 nervi sul dorso e puntali

Restauri

Data: 12 novembre 1966 - dicembre 1969

Laboratorio: Istituto Restauro del Libro della Città del Vaticano

Note:

Arresto del processo di decomposizione; gli interventi risultarono insufficienti per la salvaguardia del Corale.

Data: 15 dicembre 1969 - 28 maggio 1975

Laboratorio: Istituto per la Patologia del Libro "Alfonso Gallo" di Roma

Note:

Al momento del restauro, il codice presentava danni rilevanti alle legature (rigonfiamenti, rottura di assi, distacco e perdita parziale di alcune coperte), gravissime ondulazioni, deformazioni ed irrigidimento delle pergamene, diffuso attacco di microrganismi sulle legature e sui fogli, sbiadimento e dilavamento dei colori, distacco dei colori dai fogli originali e loro passaggio agli interfogli, incollamento dei fogli originali sugli interfogli. Si rese quindi necessario il distacco delle carte dalle legature e la pulitura delle medesime; la deumidificazione, la disinfezione a causa degli attacchi da microrganismi; dopo questo primo intervento, il codice venne finito di restaurare nel laboratorio fiorentino.

Data: 16 dicembre 1983 - 11 ottobre 1984

Laboratorio: Ditta Masi

Note:

Al momento del restauro, finanziato dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana - Servizio Beni Librari, le carte si presentavano molto rovinate, fragili, corrose da muffa, attaccate tra di loro e mancanti di pezzi; durante l'intervento si è resa necessaria la scucitura e il fissaggio dei colori; le carte bianche messe dopo l'alluvione come interfogliamento erano talmente attaccate da dover essere rimosse con il bisturi. Le carte sono state lavate, ammorbidite e stirate; le parti mancanti sono state reintegrate con carta giapponese e tutte le carte sono state imbrachettate. Infine, il codice è stato ricucito come in origine, rilegato in tutta pelle nuova con assicelle interne; dopo essere stati puliti e restaurati, sono stati rimessi i bulloni, le borchie originali e sono state rifatte le bindelle.

Stato di conservazione

Buono stato di conservazione; restaurato a causa dei numerosi danni riportati in seguito all’alluvione del 1966

Descrizione interna

Miniatura di pennello:

1 iniziale istoriata

17 iniziali figurate

2 pagine decorate

Miniatura di penna:

1 iniziale filigranata grande in tecnica mista

203 iniziali filigranate

Le decorazioni delle due carte di guardia non comprendono alcuna iniziale ma hanno l'una la funzione di presentare la committenza e proprietà del manoscritto, l'altra di introdurre e incorniciare la rubrica con i contenuti liturgici del codice.

Le iniziali istoriate e le figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.

L'iniziale filigranata grande in tecnica mista S(acerdotes; mm 193 x 177 a c. 7v) ha il corpo in foglia d'oro e decorazioni filigranate ad inchiostro rosso; in basso è un clipeo con il Monogramma dell'Opera.

Le iniziali filigranate (es. L(ocus) di mm 110 x 105 al f. 89v) hanno il corpo azzurro o rosso e decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo e presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno brevi code e clipei acquerellati. Le iniziali alle cc. 120r-146v, 148v-154r sono di una seconda mano, probabilmente più tarda, altra mano successiva nei fogli cartacei (cc. 147.1r-147.10v); 12 iniziali hanno decorazioni figurate sul fondo.

Lettere grosse in inchiostro nero, in molti casi con ricche decorazioni a racemi e fiori acquerellati in giallo.

Notizie storico-critiche

Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 24-25) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Monte di Giovanni con riferimento al Milanesi (1850, p. 204) e al D’Ancona (1914, pp. 690-691 n. 1421).

Le iniziali filigranate appartengono probabilmente a tre mani diverse che seguono le stesse suddivisioni delle carte del testo (la prima parte comprende le cc. I-119r ed è quella originaria).

In questo codice compare lo stemma con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana, patrona dell'Opera del Duomo. Nel 1331, infatti, la cogestione comunale ed ecclesiastica assegnò all'Arte della Lana la responsabilità dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. L'origine è ulteriormente sottolineata dalla presenza, nelle miniature, di san Zanobi e santa Reparata ai quali la città è particolarmente legata.

Tutti i cicli corali, o quanto di loro rimane ora conservato in Archivio, sono abbondantemente citati negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (AOSMF, V-3-39, pp. 6-7 n. 6; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali miniate in ciascuno, l'Inventario del 1822 (AOSMF, XI-8-1, n. 17; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (AOSMF, XI-8-4; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai soli miniatori cinquecenteschi. Per quanto riguarda il Graduale R, n. 13, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, ma nel 1663 era privo del fascicolo cartaceo, che nel 1822 era inventariato come R e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.

Il Graduale fu molto probabilmente commissionato dopo l'elezione a papa di Giovanni de' Medici, divenuto Leone X nel 1513 (Tacconi 1999, pp. 175, 178) e ritratto nella miniatura a c. 88r; non solo il papa mediceo, ma tutta la famiglia, al ritorno dall'esilio nel 1512, ebbe la sua glorificazione nelle carte di questo codice.

Nel Milanesi (1850, p. 205), e poi nell'Inventario dei libri di coro del 1862, è citata la miniatura a c. 88r con Leone X celebrante, per la veduta dell'interno del Duomo di Firenze e ne è riconosciuta l'importanza quale testimonianza dell'antica forma del coro e del presbiterio; inoltre, è citato il confronto tra il ritratto di papa Leone X, realizzato da Monte di Giovanni, e quello dipinto da Raffaello dal quale il miniatore prende spunto per la rappresentazione della lente tra le dita (Garzelli 1985, p. 317). Il cardinale che segue il papa potrebbe essere il cugino Giulio de' Medici (Tacconi 1999, p. 179). L'immagine riprodurrebbe l'evento della visita ufficiale del papa che entrò a Firenze il 30 novembre 1515, giorno della festa di sant'Andrea e inizio dell'anno liturgico, per rimanervi fino al 19 febbraio 1516. La volontà di ricordare questo evento andò oltre la decorazione tradizionale delle iniziali istoriate: infatti la scena dell'entrata del papa non ha alcun collegamento testuale con la festa della dedicazione della chiesa che introduce ma diventa il pretesto migliore per poter fissare il ricordo di un evento religioso e insieme politico della città.

Anche la miniatura a c. 1r, raffigurante San Zanobi in cattedra, è dedicata a Leone X il cui nome era scritto in lettere dorate sotto lo stemma mediceo sormontato dalla tiara papale (purtroppo non più leggibile ma ben descritta dal Milanesi 1850, p. 204). Dubbia è ancora l'identità dei due santi ai lati di Zanobi, e difficilmente recuperabile a causa dei danni riportati in seguito all'alluvione: in un primo momento la Tacconi (1999, p. 178) concorda con l'identificazione proposta nell'Inventario (1958) dei santi Stefano, patrono dell'Arte della Lana e indirettamente legato all'Opera del Duomo, e Lorenzo, patrono della famiglia Medici, quali rappresentazioni del legame inscindibile tra la commissione religiosa e la propaganda politica della città; in seguito, invece, propone di identificare le due figure con i diaconi personali di san Zanobi, Eugenio e Crescenzio (2005, p. 178) insieme ai quali era stato già raffigurato in apoteosi da Domenico Ghirlandaio nell'affresco della sala dei Gigli di Palazzo Vecchio.

La datazione del codice potrebbe essere ristretta agli anni compresi tra il 1513 e il 1519 in base ad alcuni documenti di pagamento riferibili alle diverse maestranze che operarono alla completa realizzazione del ciclo corale. In particolare, la scrittura del Graduale, la notazione musicale e la rigatura delle carte si devono probabilmente all'opera del monaco camaldolese Filippo di Polidoro il cui nome compare in un documento (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 131t) nel quale non si parla esplicitamente di questo graduale ma, più genericamente, di un "comune graduale", con ogni probabilità identificabile, in base ai contenuti, con il Corale R, n. 13; un riferimento più specifico al Graduale è, invece, in un altro documento del 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 96; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 33) in cui si pagano allo scriba quattro carte "ne libro chomune de' chonfessori inna[n]zi per la tavola", probabile riferimento alle prime quattro carte con gli Stemmi dell'Arte della Lana e l'iscrizione con i contenuti. Il cartolaio presso il quale era solita rifornirsi l'Opera del Duomo era Domenico di Giovanni di Parigi (AOSMF, Delib., 1507-1515, II-2-11, c. 130; AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 9) che, insieme al figlio Giovanni, si occupò anche delle legature in cuoio terminate nel 1519 (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, c. 97; AOSMF, Deb. e Cred., EE, VII-1-52, c. 28); i fornimenti in ottone di ciascun codice, che comprendevano 8 cantonali, 2 rosoni, 80 "bullette", 40 chiodi, 4 paia di "afibbiatoi" e 2 "regitoi", furono realizzati tra il 1517 e il 1518 da Niccolò di Francesco di Arringo (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 60t, 84t, 86); infine, numerosi documenti sono inerenti alle commissioni tra il novembre 1513 e il giugno 1515 (AOSMF, Stanz., 1505-1513, II-4-23, c. 160; AOSMF, Quad. di cassa, CXXX, VIII-1-130, c. 50; AOSMF, Stanz., 1514-1522, II-4-24, cc. 5, 10, 13) e al pagamento, protrattosi fino al 1521, delle miniature realizzate da Monte di Giovanni tra il 1 luglio 1515 e il giugno 1519 per cinque "antifanali" (AOSMF, Stanz., 1517-1519, II-4-6, cc. 129t-131; AOSMF, Memoriale seg. D., 1516-1524, II-4-25, c. 63t; AOSMF, Deb. e Cred., FF, VII-1-53, c. 50) identificabili con il Kyriale K.2 L.2, n. 10, il Graduale R, n. 13, l'Antifonario O, n. 23, il Graduale A.2, n. 15 e il Graduale E.2, n. 7.

Proprio nel resoconto delle miniature viene descritto il lavoro per un "libro di san Zanobi" contenente: "Uno principio dina[n]zi con istorie di san Zanobi e una rubrica dina[n]zi [...] 1a tavola dina[n]zi al detto libro con molte lettere di penna tratteggiate rosse et azurre et da piè l'arme dell'arte [...] 13 lettere di pennello [...] 1a lettera alla sagra della chiesa fattavi il papa [...] 1a lettera con santa Liperata [...] 1a lettera alla festa di s. G. Ghualberto [...] 1a lettera al chomune dei pontefici [...] 1a lettera al comune delle ve[r]gine [...] 138 lettere di penne rosse et azurre"; inoltre il miniatore si occupò anche della segnatura delle carte a penna e inchiostro rosso.

Le miniature trovano una corrispondenza precisa con quelle contenute nel Graduale R, n. 13: in esso, infatti, sono presenti una iniziale figurata caudata S a c. 1r con San Zanobi in cattedra e, nelle due carte precedenti, gli stemmi con l’Agnus Dei e una tavola incorniciata con i contenuti del Graduale, una iniziale figurata caudata G a c. 3v con Santa Reparata, una iniziale figurata caudata S a c. 9v con un Santo Vescovo, una iniziale figurata caudata O a c. 43r con San Giovanni Gualberto, una iniziale figurata caudata D a c. 49r con Santa Lucia, per la festa delle vergini, una iniziale istoriata caudata T a c. 88r con Leone X in visita al Duomo di Firenze; le rimanenti 13 iniziali fogliate caudate hanno semplici figure al loro interno e ad esse si può aggiungere l'iniziale filigranata in tecnica mista S a c. 7v. 

Fonti

Riferimento: AOSMF, Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera, sala di studio, edizione dattiloscritta 1958, pp. 24-25

Riferimento: AOSMF, II-2-11, c. 131t

Riferimento: AOSMF, II-4-6, cc. 96, 129t-131

Riferimento: AOSMF, V-3-39, pp. 6-7 n. 6

Riferimento: AOSMF, EE, VII-1-52, c. 33

Riferimento: AOSMF, XI-8-1, n. 17

Riferimento: AOSMF, XI-8-4

Bibliografia

Sigla: Nuove indagini | 1850

Riferimento: Nuove indagini con documenti inediti per servire alla Storia della Miniatura italiana, a cura di G. Milanesi, C. Milanesi, C. Pini, Firenze 1850

Pagine: pp. 164-171, 204-205 n. XVIII, 333-338 n. X

Sigla: D'Ancona | 1914

Riferimento: P. D'Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II voll., Firenze 1914

Pagine: II, pp. 690-691 n. 1421

Sigla: Garzelli | 1985

Riferimento: A. Garzelli, Le immagini, gli autori, i destinatari, in Miniatura fiorentina del Rinascimento: 1440-1525. Un primo censimento, a cura di A. Garzelli, I, Firenze 1985

Pagine: p. 317

Sigla: Il Duomo di Firenze | 1988

Riferimento: Il Duomo di Firenze. Documenti sulla decorazione della Chiesa e del Campanile tratti dall'Archivio dell'Opera per cura di Giovanni Poggi, vol. II, parti X-XVIII, edizione postuma a cura di M. Haines, Firenze 1988

Pagine: pp. 68, 70-75 nn. 1796, 1807, 1814

Sigla: Tacconi | 2005

Riferimento: M. S. Tacconi, Cathedral and civic ritual in Late Medieval and Renaissance Florence: the service books of Santa Maria del Fiore, New York 2005

Pagine: pp. 175, 178-181, 378

Sigla: Giacomelli | 2013

Riferimento: S. Giacomelli, scheda n. 122, in Nello splendore mediceo. Papa Leone X e Firenze, Livorno 2013, pp. 584-585

Pagine: pp. 584-585